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Kalat / Kelat / Qilat.
Capitale del Belucistan.Dal "Travels In Beloochistan And Sinde" di Pottinger: “We arrived at the city of Kelat this afternoon, after a march of twenty-five miles from Rodenjo; the intermediate country being very hilly, and here and there large patches of jungul; the route was about north north-west, and fresh water to be had in many places. When we had passed through the suburbs, which are pretty extensive; and reached the southern gate of the city; the Toofungchees or matchlock-men on guard inquired our business, and whence we had come. We briefly informed them, and desired to be shewn to the house of the Hindoo Shaloomull (Soon-durjee’s agent at Kelat), to whom we had letters of credit and recommendation.”
Pottinger, nella traduzione del suo libro dal francese all’italiano fatta da Decio Ziliani nel 1819, così la descrive:
Questa città, la capitale di tutto il Bèlutchistan, ciò che gli ha meritato, per distinzione, il suo nome di Kèlal o Città, che tale è il significato di questo nome nella lingua del paese [...]
La città è composta di 2ooo case; e i sobborghi presso a poco ne conterranno 125o: che sono di mattoni mezzocotti, e di legno; il tetto è intonacato di cabina e di terra, o tchènam. Le strade generalmente sono più larghe che quelle delle città fabbricate dagli altri Asiatici: per la maggior parte da ciascun lato hanno marciapiedi più alti pei pedoni, e nel mezzo un ruscello scoperto, il quale è una cosa incomodossima per la gran quantità d’immondizie, che vi si gettano, e per l’acqua stagnante, che vi si arresta, quando piove, perchè nessun positivo regolamento obbliga a nettarlo. Un altro ostacolo grande alla bellezza e proprietà della città, viene formato dall’uso di coprire le strade coi piani superiori delle case, ciò che rende il di sotto oscuro ed umido. Bisogna convenire, che si è tentato con una barbara maniera d’imitare i bazar coperti della Persia, e del Cabul. [...]
Il bazar di Kélat è grande, e ben fornito di mercanzie di tutte la qualità. Ciascun giorno è provveduto di carni, d’erbaggi, e d’ogni specie di vettovaglie che sono a buon mercato. Una sorgente, ch’esce dal fianco d’una montagna situata nella parte opposta della vallata, somministra a Kélat un’acqua eccellente; questa sorgente serpeggia in mezzo alla valle, lasciando la città e i sobborghi da una parte, e i giardini dall’altra; e il corpo d’acqua che forma, è sì grosso, che in meno d’un quarto di miglio al di sotto di Kélat dà moto a parecchi molini.
(Nella foto Mir Khudadad Khan Baloch e il palazzo del Khan.)
Del libro Voyages Dans Le Beloutchistan Et Le Sindhy si trovano alcune edizioni anche su Amazon, sono delle riproduzioni del 1923 del testo originale di Pottinger del 1816, con delle imperfezioni dovute alla scannerizzazione di pagine molto vecchie e un po’ rovinate.
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