Punti d’interesse in Georgia e Armenia
- Gyumri - Armenia
- Yerevan – Capitale Armenia
- Tbilisi – Capitale Georgia
- Torri di Svaneti
- Kazbegi – Entrata in Russia ===> Totale 1.547 km
Ritorno – punti principali
- Attraversamento Russia
- Crimea-Ukraine
- Odessa - Ukraine
- Ucraine
- Ungheria
- Austria
- Arrivo ad Altavilla Vicentina dagli amici di Energia & Sorrisi
- Arrivo ad Asti ===> Totale 3.598 km
Riepilogo
- Partenza: Venerdì 27 Luglio 2012
- Arrivo: Domenica 26 Agosto 2012
- Giorni in moto: 31
- Paesi attraversati: 12
- Km Totali Viaggio: 12.156
“Go confidently in the direction of your dreams, live the life you have imagined”
(Vai con fiducia nella direzione dei tuoi sogni, vivi la vita che hai immaginato).
Intervista di Mauro del 18/7/2012
ascoltabile sul podcast di Primaradio.it
sotto l'etichetta Mauro Dagna Sempreinmoto.it
Intervista di Mauro apparsa sulla rivista Scout Motorbikers di marzo 2013
dove Mauro racconta della sua passione per i viaggi e della sua esperienza
in questo particolare viaggio: le condizioni delle strade, la gente incontrata
e diventata amica e l'amica moto che non l'ha mai lasciato per strada...
(clicca la foto per scaricare l'articolo in PDF)
Intervista della GRP Televisione dedicata a Mauro appena tornato dal Giro del Mar Nero.
Mauro ci racconta della sua interessante esperienza e ci anticipa la sua voglia di intraprendere un più impegnativo viaggio intorno al mondo.
Video realizzato assemblando una selezione delle più significative foto scattate da Mauro durante il viaggio.
Il diario di viaggio di Mauro
Day 1. Zagabria.
Fatto! Giornata lunga e soprattutto calda. L'asfalto oggi era rovente e l'aria che ti prendi in faccia mentre guidi, non basta a toglierti un po' di quel caldo atroce che è tutt'intorno a te! Sono bastate 2 ore per non essere più solo. All'Autogrill Brescia Est ho incontrato Imam con la sua fidanzata Aurora, in sella ad una rombante Honda Africa Twin del 1995. Anche loro sono diretti in Turchia e se ce la facessero, non disdegnerebbero l'Armenia, ma avendo a disposizione un tempo più breve, non sono ancora sicuri di potervici arrivare. Purtroppo hanno avuto qualche problemino con la catena e quindi ci siamo fermati per una sostituzione tutt'altro che volante! La fortuna ci ha sorriso ed abbiamo incontrato Marco, meccanico motociclista, che ha fatto l'impossibile per sistemargli la moto e permettere, ad Imam ed Aurora di continuare il viaggio appena iniziato in piena sicurezza. Domani tirata di 800km fino a Sofia dove cercheró di festeggiare degnamente il mio 45mo compleanno! Se tutto va come deve andare, Domenica sono ad Istanbul. Buonanotte a tutti amici miei!!!
Day 2. Zagreb - Sofia.
Giornata movimentata anche oggi e non priva di inconvenienti. I miei due nuovi amici mi hanno abbandonato forzatamanete! Purtroppo hanno avuto problemi con i documenti alla frontiera con la Serbia e non li hanno lasciati entrare. Quindi giornata in solitaria! La prima di una lunga serie. Ed e' pazzesco come senti la mancanza dei tuoi compagni di viaggio. E' incredibile la forza che ti da il pensare di essere in compagnia e non da solo, abbandonato agli eventi. E poi da solo pensi, pensi tanto. Pensi alla tua vita, al tuo passato ma soprattutto al tuo futuro. Le emozioni si confondono, si intrecciano i pensieri ed ogni tanto devi dire "basta!" , fermati, non pensare piu'! Pensa solo al momento che stai vivendo, al luogo in cui ti trovi! Le emozioni....quelle cose per cui ha un senso vivere!
[...]
E quando sei solo con la tua moto e viaggi, esse escono prepotenti e tu non puoi far nulla se non viverle ! Niente maschere, niente falsita', niente menzogne. Solo te stesso per quello che sei. Adesso vi sto scrivendo da Sofia e ripartiro' alla volta di Istanbul verso la 13. Un giro veloce in questa splendida citta', capitale della Bulgaria, un po' di foto e poi via. Non mi soffermo piu' di tanto perche' considero questi km che mi separano dalla Turchia, puro trasferimento anche se il viaggio, quello vero, e' iniziato ieri mattina alle 6,30 da Montegrosso d'Asti! Buona giornata a tutti e ancora grazie mille per tutti gli auguri ricevuti qui e su "faccialibro"!!! A presto!!!
Day 3. trasferimento Bulgaria - Turchia.
Giornata tutto sommato tranquilla con qualche cambio di programma. Giretto mattutino per le vie di Sofia. Il centro storico è ricco di palazzi e costruzioni dallo stile architettonico decisamente interessante. Non mancano le rovine di epoca Romana debitamente restaurate e ben conservate. Interessate la cattedrale di Alexander Nevski, peraltro più bella esternamente che nel suo interno. Costruita con uno stile fastoso colpiscono più le strutture che gli affreschi dipinti con colori ormai inscuriti dal tempo. Quindi partenza verso le 14 direzione Istanbul. L'ultimo centinaio di km che mi separano dalla frontiera sono eterni! Strade normali, asfalto pessimo, lavori ovunque e polizia ovunque con tanto di laser per solleticare il portafoglio dei malcapitati! Comunque, arrivo in frontiera ed è il delirio. Credo che tutti i Turchi che abitano in Francia e Germania siano arrivati in questa frontiera. La scena è apocalittica, tipo autostrada Salerno Reggio Calabria il 15 di Agosto.
[...]
Gente che banchetta, bimbi che corrono e giocano a pallone, gente che litiga animatamente......il tutto sotto un sole ancora cocente nonostante le 6 della sera. Taglio la fila da buon Italiano, con la moto è tollerato! Mi infilo e riesco a passare quasi subito, comunque non prima di aver discusso "quasi" civilmente con un Turco Francese che protestava.....a ragione direi! Comunque l'uscita dalla Bulgaria è rapida. Il problema è l'ingresso in Turchia. Passo dopo un ora d'attesa. Se avessi fatto la coda probabilmente sarei ancora li. Sono le 19,30. Che faccio? Posso andare ad Istanbul a casa dei miei amici guidando per tre ore ed arrivare la alle 22,30 pronto per andare a dormire e ripartendo il giorno dopo all'alba, oppure taglio a Sud direzione stretto dei Dardanelli per prendere un traghetto l'indomani mattina? Sono stanco. Il caldo oggi è stato torrido. Mi rovesciavo l'acqua direttamente sul collo e nella schiena ed il sollievo durava solo pochi minuti! Sembrava che qualcuno avesse lasciato le porte dell'inferno aperte !!! Decido! Vado a Sud. Niente Istanbul, non me la godrei. Peraltro la conosco molto bene con tutte le volte che ci sono stato! Guido ancora per un paio d'ore fino a Kesan, trovo un alberghetto da 27€ , doccia, cena e nanna. Così si fa e questo è il bello di viaggiare senza punti tappa prefissati. Puó succedere qualsiasi cosa durante il viaggio e l'essere liberi da qualsiasi forma di impegno è una gran cosa! La senti questa libertà, l'avverti nell'intimo. Sai perfettamente che tutto dipende da te. Il dormire, il mangiare, la benzina, tutto. Dalle semplici cose, dalle più banali alle più impegnative. Quando hai fame, mangi, quando hai sonno, ti cerchi un posto e dormi e se non ne trovi, beh, c'è sempre la tenda!
Days 4 & 5. Da Kesan a Bodrum passando per Efeso.
Non fa caldo....si muore! ci saranno 1000 °C sull'asfalto. I diavoli devono essere usciti dall'inferno ed hanno dimenticato la porta aperta! Diciamo anche che con una pettorina indosso, i pantaloni di nylon e gli stivali, beh prprio freschi non si sta!
Scherzi a parte, il caldo si sente veramente tanto, il tutto accentuato da strade riasfaltate da poco e quindi, essendo particolarmente nere, attirano molto di più i raggi del sole e te li scraventano addosso senza tanti complimenti.
Per il resto niente di particolare ieri. Solo in sella dalle 8,30 del mattino alle 18,00 di ieri sera con una pausa di 45 min per mangiare qualcosa. Tutte strade normali con limiti da 50 a 90 kmh e tanta polizia sulle strade. Quindi eterna! [...]
Arrivo a Selcuk in serata e grazie alla mitica Lonely Planet, trovato un alberghetto delizioso con tanto di piscina, aria condizionata in camera e wi-fi ovunque, il tutto per la folle somma di 80 TYL, l'equivalente di 36€ circa.
Mi scaravento in acqua, giusto il temo di togliermi tutto l'armamentario di dosso. La tentazione era quella di saltare in piscina praticamente vestito....solo che avrei inquinato l'acqua!
Serata tranquilla.
Stamattina di buona lena visita alle rovine di Efeso. Meravigliose ma si vede che non ci sono troppi soldi e quindi la manutenzione lascia un pochino a desiderare. C'è peraltro da dire che il complesso è talmente vasto che se dovessero recrutare personale per tenerlo tutto in ordine, spenderebbero più di metà dell'introito globale in forza lavoro!
Comunque interessante perchè ti da un'idea di come poteva essere la vita 2000 ani fa da queste parti.
L'influenza Greco Romana è evidente.
Adesso vi sto scrivendo da bordo piscina, anzi sapete che vi dico? chiudo e mi faccio un bagnetto, anche perchè tra poco riparto per Bodrum.
Altre 3 ore di caldo prima di rilassarmi davanti a del pesce alla griglia e ad un buon bicchiere di vino bianco fresco una Efes (birra locale) gelata!
A presto!
Days 6...9. Cappadocia
Ciao a tutti dalla Cappadocia, esattamente da Göreme.Vi sono arrivato ieri pomeriggio e devo dire che qui è veramente favoloso!
Le foto sui giornali non rendono giustizia a questo paradiso terrestre, geologicamente parlando.
Qui la natura si è divertita un sacco! E' come se un gigante avesse giocato con paletta e secchiello, costruendo castelli di sabbia enormi e come se non bastasse, in ogni castello ci ha fatto dei buchi, li ha cesellati costruendoci delle chiese e poi ha chiesto agli uomini di andarvici ad abitare dentro.
Veramente favoloso ed è talmente vasta la zona, che ci vorrebbero almeno due settimane per vederla tutta. Io mi acontenterò di due giorni, di più non posso.
I ritmi che ho tenuto fino ad ora sono molto serrati. Ho guidao già per quasi 4000 km da Venerdì scorso e sono comunque riuscito a vedere un bel pò di posti.
Vi avevo lasciati sulla strada che da Efes porta a Bodrum. Caldo, caldissimo, ma la fatica è stata ripagata con una buonissima cena a base di pesce in riva al mare.....con salassata finale! Nota negativissima! Ma è Agosto anche quì e Bodrum è considerata la Costa Smeralda della Turchia, quindi c'era da aspettarselo!
Il giorno successivo, il day 6, mi sono spostato verso Nord Est, ad Aphrodisias prima, con arrivo a Pamukkale in serata.
Le rovine di Aphrodisias sono magnifiche e se fossero più vicine ad Istanbul, sarebbero gremite di visitatori al pari di Ephesus se non di più.
Lo stato di conservazione è incredibile, valorizzato al massimo dalle opere di restauro compiute ed ancora in atto, in questo luogo.
L'arrivo a Pamukkale ti colpisce già da km di distanza. L'impatto è violento! Una montagna bianca, sovrastata dalle rovine della città greco-romana di Heliopolis, in mezzo ad aride montagne di color marrone-grigio.
Spettacolare e più ti avvicini, più il bianco diventa candido.
Il villaggio che sorge a piedi delle colate di calcite, il famoso travertino, è un paese che vive di turismo, perciò se da un lato non ci sono problemi a trovare un alloggio per la notte e qualcosa da mettere sotto i denti, dall'altro hai il trambusto generato da orde di turisti bulimici di viaggio. Ma questo è lo scotto da pagare visitando questi posti in piena estate......
Il day 7 l'ho dedicato alla camminata sul travertino, ove è possibile farlo ancora.
Poche aree fortunatamente sono aperte al pubblico e questo è l'unico modo per difendere questo patrimonio dell'umanità dai vandali umani che ne distruggerebbero ogni traccia.
Mattinata quindi trascorsa tra piscine di travertino, rovine Greco-Romane e turisti Russi scaricati a centinaia da autobus di tour operators.
Pomeriggio nuovamente in moto direzione Konya, dove NON vi giungerò in serata. Nuovo cambio di programma. La visita a Pamukkale mi ha preso più tempo del previsto e quindi sarei dovuto arrivare alla meta finale in tarda serata, intorno alle 23.
Ho quindi preferito optare per una sosta intermedia nella cittadina di Beysehir, ad un centinaio di km da Konya.
Beysehir - Trovato albergo 3 stelle (vere!) alla folle cifra di 60 YTL , l'equivlente di 27€ circa! [...]
Incontro una copia di viaggiatori, lui Turco, lei Olandese a bordo di una Yamaha Super Tenerè nuova fiammante. Trascorriamo la serata insieme e ci fagocitiamo un pescione da 2,2 kg (venduto a soli 12 € al kg!) bevendo purtroppo acqua....sarà felice la mia nutrizionista! Siamo in periodo di Ramadan, quindi niente alcool al di fuori delle mete più turistiche....!
Una delle cose che più mi affascina dei viaggi, di questi viaggi in solitaria nello specifico, è che hai la possibilità di conoscere altri viaggiatori che vivono l'esperienza in maniera del tutto simile. Spesso, le persone che incontri, sono decisamente interessanti per esperienza di vita vissuta, per il loro trascorso, per le loro idee sul futuro e capita, non raramente, di prendere spunto da esse in maniera costruttiva.
Come vi dicevo poc'anzi, arrivo ieri, in primo pomeriggio nel paese dei "camini delle fate". Giornata trascorsa in giro per valli e pianure a far foto e a respirare un pò di questa natura magnifica. [...]
Oggi continuerò a girucchiare qui intorno, facendo foto e soffermandomi nei luoghi che mi danno più serenità.
Sono oramai in piena "modalità viaggio" e mi sto godendo a pieno questi momenti. Riesco a sentire le mie emozioni, a leggerle e a decifrare. Tutto diventa più chiaro, più limpido soprattutto la strada che voglio percorrere in futuro.
Devo trovare il modo di sostenermi di viaggi, vivere di viaggi. Per anni ho cercato di non pensare a questo, accontentandomi di un mese l'anno che è già una fortuna! Ma più passa il tempo, più la mia fame di conoscenza interiore e del mondo si fa sentire ed è un sentimento che non posso più ignorare, far semplicemente finta che non esista. Mentirei a me stesso più di quanto abbia mai fatto!
Non so ancora come, ma ci arriverò. Per il quando, direi presto, molto presto!
Adesso vado! Prendo il mio fedele destriero d'acciaio e lo lascio libero di scorrazzarmi qui intorno!
A presto e un abraccio a tutti!!!
Days 10...13
Il diario è un diario quando si raccontano avvenimenti, luoghi, incontri, ma è ancor più vero quando si raccontano emozioni.
Ed è proprio di queste che vi parlerò questa sera, seduto sul mio letto di un albergo a Tatvan, molto ad Est, villaggio che si affaccia sul Lago di Van.
Ben inteso, di posti e di cose ne ho ancora viste in questi giorni. Ho proseguito l'esplorazione dei dintorni di Göreme, lasciandomi perdere nei meandri, nelle valli generate dall'erosione del vento e dell'acqua nel corso di questi ultimi 6 milioni di anni.
Sono stato sul Monte Nemrut dove un giovane re megalomane tale Antioco I, pochissimi anni prima della nascita di Cristo, fece erigere un tumulo funerario alto 50 mt costituito da semplici pietre non più grandi di una pallina da tennis e sui lati Ovest ed Est, fece costruire due enormi spiazzi per porvi 7 statue decisamente grandine.
Delle statue non rimane molto, ma ciò che sorprende sono le teste, alte oltre 2 mt e rovinate a terra a causa di forti terremoti.
[...]
Il resto sono trasferimenti, lunghe e soprattutto calde galoppate in sella al mio destriero, 6-7 ore al giorno, su strade in via di completamento.
Lunghe e serpeggianti strisce d'asfalto contornate per lo più da campi di frumento ormai mietuto e infiammate dal sole di Agosto.
Ma chi te lo fa fare, qualcuno si chiederà.
La voglia di mettermi alla prova. Testare la mia resistenza fisica e psichica per capire se posso essere pronto per un'impresa ben più impegnativa come un giro del mondo.
Quando sono in sella e guido la mia compagna lungo queste strade, il pensiero vola lontano.
Penso al mio amico Davide Biga che lui il giro del mondo lo ha terminato da poco e penso a tutti gli altri che lo hanno fatto, a modo loro, con i mezzi più disparati.
E penso a tutti quelli che lo stanno facendo in questo momento chi con una sella sotto il sedere, che sia di una motocicletta o di una semplice bici, chi a piedi, chi con i pattini a rotelle....le idee non mancano, credetemi! Basta mettersi su Google e cercare. Con un pò di pazienza ne troverete di fantastici folli e potrete leggere delle loro imprese geniali e a volte veramente massacranti per fisico, ma soprattutto per la mente.
Si perchè è la mente quella che ti molla, da un momento all'altro e senza darti preavvisi.
Un giorno ti alzi un mattino e ti chiedi: ma perchè lo stai facendo? E non trovi la risposta e non la trovi non perchè non ci sia, ma perchè essa è laggiù, nel cuore, dove stanno i desideri più profondi di ognuno di noi.
E la mente, in quanto "infida e bastarda", ti schernisce, si prende gioco di te e ti insinua il tarlo del dubbio.
E tu non capisci più qual è quella parte di te che ha ragione. Non sai se dar retta alla mente oppure al cuore.
Vi dico tutto ciò perchè stamattina era proprio QUELLA MATTINA. Complice anche del fato che ho dormito poco e male la notte scorsa, il fatto è che sono salito in moto e non riuscivo ad avere sensazioni positive.
Vedevo tutto grigio, non nero, ma grigio. Voglia di tornare a casa e proprio ora che sono così vicino alla meta...!
Poi il miracolo! Dovevo attraversare un tratto di lago per poter riprendere la strada per Diyarbakir ed ovviamente lo avrei fatto utilizzando un ferryboat, insomma un traghettino poco più grande di una chiatta!
Caricano tutti in retromarcia perchè da dove si entra si deve anche uscire. Mi chiamano per ultimo ed io penso: ma io non ce l'ho la retromarcia! Entro diritto e poi chi mi tira fuori? Va beh, in qualche moto mi faranno uscire.
Insomma entro, parcheggio e tutti i passeggeri e dico tutti, fanno girotondo intorno a me ed alla moto.
Inizia il tam tam delle domande, ovviamente in Turco-Curdo perchè ovviamente nessuno parla altre lingue.
Da dove vieni? Dall'Italia? Ma in moto? e dove vai? IN ARMENIA....????!!!?!?!?!? Qualcuno deve anche avermi chiesto se ero pazzo, ma tanto non ho capito!
Comunque, dopo i primissimi sguardi cupi e duri, tutti si sciolgono. Si ride e si scherza e scattano le foto ricordo, che pubblicherò a breve!
All'arrivo dall'altra sponda, scopra che la mia Honda ha anche la retromarcia! In quattro mi prendono la moto e la tirano fuori con me sopra e per giunta la rampa è anche in leggera salita!
Io mi fermo qualche metro più in la per mettermi casto e guanti e tutti i passeggeri sbarcano e mi passano davanti sbracciandosi per salutarmi e suonando il clacson.
E' bastato questo, 10 minuti in tutto per far sì che la mia mente si acquietasse nuovamente ed il mio cuore ricominciasse a farsi sentire con tutta la sua gioia!
E' incredibile come la VITA ti metta sempre nella condizione di cambiare atteggiamento o situazione. Potevo chiudermi a riccio e non parlare con quelle persone e forse a quest'ora, sarei stato qui, su questo letto, senza alcuna voglia di raccontarvi tutto ciò.
Eppure ho lasciato che le cose andassero per come dovevano andare e tutto, vi garantisco TUTTO è cambiato.
Basta! Per questa sera basta così.
Domani cerco di partire sul presto. Salto Van anche perchè oggi un farmacista mi ha giustamente ricordato che nell'Ottobre 2011 c'è stato un terremoto di magnitudo 7,2 che ha distrutto parzialmente la città.
Parecchi lavori sono stati fatti per ripristinare il centro, ma ancora tanto c'è da fare, a detta dell'amico farmacista.
Quindi direzione Dogubayazit dove mi fermerò per la notte.
Siamo sempre più vicini alla meta: Yerevan, arriviamo!
Alla prossima!
Day 14
Vi avevo lasciato intorno al Lago di Van, girovagando per cercare un posto per dormire mi sono fatto pollescamente fregare da un albergo in Tatvan. Non tanto per il prezzo perchè 32€ per una notte in un 3 stelle (ma solo di nome) si possono anche pagare, calcolando che sono esausto e devo assolutamente trovare un luogo con un collegamento WiFi accettabile. Il problema è la location: pieno centro con tanto di bagordi post-Ramadan e vi lascio immaginare!
Io lo dico sempre: Mauro, segui il tuo istinto che quello non sbaglia mai! E il mio istinto diceva: prosegui...prosegui lungo la sponda Nord del lago! Qualcosa sicuramente troverai e male che vada tiri fuori la tenda e ti butti sulla spiaggia. Ed entrambe le possibilità sarebbero state soddisfatte.
Il mattino dopo infatti, lungo la sponda Nord del Lago di Van, ho incontrato almeno tre alberghi molto più carini del mio e sicuramente meno cari ed una miriade di luoghi dove avrei potuto piazzare la tenda senza l'ombra di un essere vivente nel raggio di chilometri! [...]
Vabbè, non mi era ancora capitato e cambiando luogo praticamente tutti i giorni, prima o poi doveva succedere. Succede sempre almeno una volta, è sempre successo in tutti i viaggi che ho fatto, sin dal primo e mi ricordo ancora la nottata pazzesca trascorsa in un hostal di La Paz, sporchissimo, con pareti divisorie di compensato e frequentato da un gruppo di Israeliani che hanno fatto casino tutta notte!!!
Ma torniamo al qui e all'adesso! Sono quindi partito da Tatvan verso le 8,30 direzione Dogubayazit, cittadina ai piedi del mitico, splendido e tanto agognato Monte Ararat.
Il lago scorre lentamente alla mia destra. E' una giornata tutto sommata fresca anche perchè il Lago di Van si trova ad una quota di 1650 mt quindi fresco se consideriamo le scaldate che mi sono preso durante i giorni passati.
Il lago scorre lentamente....anche perchè non riesco ad andare a più di 80 km/h....il polso si rifiuta di andare oltre. E' una calma profonda. C'è quiete dentro di me. Trovo una spiaggia deserta e mi ci butto dentro. Luogo ideale per piazzare la tenda.....mannaggia a me e all'albergo in Tatvan!
Trascorrono almeno 45 minuti dove non faccio assolutamente nulla. Lo sguardo si perde nelle acque del lago, il pensiero si quieta. C'è pace! Ringrazio la vita perchè mi ha dato la forza di concedermi tutto questo. Mi sento fortunato perchè riesco a concedermi tutto ciò e non senza sacrifici, credetemi!
Riparto e la strada continua a scorrere lenta. Non ho assolutamente nessuna voglia di correre. Ad un certo punto, la strada comincia a salire, passo abbondantemente i 2000 mt. Finalmente! Un pò d'aria fresca! Il paesaggio cambia. Dalle distese di campi di grano ormai mietuto, dal caldo torrido e dal paesaggio brullo, si passa ad un vero e proprio ambiente montano. Tutt'intorno sono i vulcani a dominare la scena. Le colate laviche, vecchie di milioni di anni, avanzano protendendosi in tutte le direzioni come artigli famelici di un drago ormai consunto.
Ed è pazzesco quanto sia vicino anzi vicinissimo l'Iran! Il confine è a 500 mt da alcuni punti in cui passo. Si vedono le altane sulla cima delle montagne a pattugliare la valle che divide questo stato dalla Turchia.
Certo che noi in Italia non siamo più abituati a vedere reticolati di filo spinato, posti di blocco militari parzialmente utilizzati e comunque prontamente attivi in caso di necessità, altane e torrette di sorveglianza. Noi ormai i confini non sappiamo neanche più dove sono!!!
Arrivo in primo pomeriggio a Dogubayazit e l'impatto con l'Ararat è stupefacente. Lui è li, imponente, incappucciato di neve e ghiaccio con un corollario di nubi bianche tutte intorno. Bellissimo!
Non so perchè, ma il Monte Ararat è sempre stato un mio sogno, da tempi immemori. Forse per cosa rappresenta per i credenti Cristiani o forse più semplicemente perchè testimone di popoli ormai estinti. Non lo so, ma quel che è certo è che finalmente il desiderio è realizzato!
Trovo l'albergo: 30 Lire, 13€ con colazione. E' il mio! Basic, molto basic, ma di ciò che mi serve, non manca nulla.
Finalmente consegno il fagotto degli indumenti da lavare. La maglia che indosso sopra la pettorina, bianca e nera in origine, era virata verso il grigio sudicio!
Insomma, per farla breve, il pomeriggio lo trascorro visitando il vicino palazzo Ishak Pasa Sarayi dove incontro un'allegra combriccola di motociclisti Brescian-Mantovan-Pugliesi che hanno come meta anch'essi l'Armenia.
Ci ritroveremo a cena trascorrendo un paio d'ore a ridere, scherzare e a raccontare di viaggi e di moto.
Grazie ancora a Franca, Tiziana, Fiorenza, Antonio, Giuseppe, Fausto e Bruno, ora già in Georgia in direzione Yerevan.
Adesso vado a dormire. Vi aggiornerò dalla vicinissima Armenia!
Buonanotte
Ciao a tutti da Tbilisi, splendida capitale Georgiana che ha conservato un pò di quello spirito Caucasico tanto decantato dalla letteratura!
Il caldo è tornato a farsi sentire. 40 gradi durante il giorno! Ricordo con nostalgia le belle tratte percorse nei giorni scorsi a cavallo della mia moto, dove le strade salivano fino a 2500 mt e l'aria frizzantina ti permetteva di respirare a pieni polmoni.
Qui di nuovo si schiatta! Però meglio questo che la pioggia ed i temporali devo ammettere.
Note caratteristiche di questi ultimi giorni? Beh senza dubbio le strade e lo stile di guida! PESSIMI ENTRAMBI!!!
Le strade.
Asfalto viscido e spesso polveroso, quando c'è! Molti sono i tratti di pavimentazione dove l'asfalto è svanito lasciando buchi enormi che ti obbligano a velocità di percorrenza minime se non vuoi correre il rischio di sparire, fagocitato dall'antro marrano! [...]
Lo stile di guida: beh, è evidente che qui le patenti si comprino e anche a buon prezzo (circa 100€ secondo fonti locali).
La regola è che non esiste regola. Il più grosso passa, che sia un autobus, un camion, un'automobile. Sorpassano, te li vedi arrivare contro e tu, impotente li guardi avvicinarsi. Poi ti lampeggiano anche perchè tu sei sulla loro traiettoria e gli dai fastidio! Sono costretti ad accelerare e a deviare all'ultimo momento per non centrarti.....! E tu li guardi, sconsolato ed senza speranze, mentre cerchi un'eventuale via di fuga ove ripararti nel caso il pirata decidesse che sei di troppo. Poi ci fai l'abitudine e d impari a conviverci. Certo è che la stanchezza maggiore arriva proprio dall'attenzione che devi rivolgere alla guida, non tanto a te stesso quanto agli altri ed alla condizione delle strade che percorri.
Senza contare la polizia in Armenia che monta sull'auto il famoso rilevatore di velocità laser già visto in Turchia.
E se ti fermano si sentono tutti degli Obi-Wan Kenobi dei giorni nostri e devi sperare che il Maestro Jedi corra in tuo aiuto! In questo caso, la non comunicazione dovuta al fatto che nessuno parla una lingua da me conosciuta, funge da Maestro Jedi.
Dimenticavo: le mandrie di bovini....OVUNQUE! Fai una curva e te li trovi nel bel mezzo della strada che attraversano spronate dal mandriano, quando ve ne è uno. Altrimenti sono sole e ti guardano, melanconiche, un pò come per dire "ma perchè passi di qua? non vedi che sto attraversando? Mahhh"
Comunque, a parte tutto ciò, i posti sono meravigliosi. L'Armenia è ricchissima di storia. Gole impervie con rocce a strapiombo alternate a verdeggianti montagne, punteggiate qua e là da monasteri in tufo nero o rosso a testimoniare un'epoca lontana. Ed ancora vecchie fortezze come sentinelle a guardia di alte montagne. Ed ancora caravanserragli, villaggi rupestri, insomma c'è veramente da sbizzarrirsi!
La gente.
A primo impatto burbera e chiusa, quando si apre si rende totalmente disponibile. Come il locale che si ferma per strada e ti chiede se hai bisogno di qualcosa, ovviamente in Armeno. Oppure come i 4 ragazzi che si stanno preparando una profumatissima carne alla brace e vedendomi fermo, sul ciglio della strada mentre scatto fotografie, mi invitano ad unirmi a loro per il banchetto. Ovviamente accetto e passo una mezz'oretta in piacevole compagnia, mangiando una gustosissima carne di maiale alla brace accompagnata da pane Armeno, pomodori e cipolle bianche. [...]
Ed ancora, fermo ad ammirare un caravanserraglio del X secolo ed un'auto si ferma. L'autista, un ragazzo di una ventina d'anni, abbozza qualche parola d'inglese e dopo poco mi regala una profumatissima pesca. Oppure il taxi che mi chiede dove sono diretto mentre cerco di raggiungere il centro di Gyumri ed alla fine mi dice di seguirlo e non mi chiede neanche un soldo.
Insomma non posso che parlar bene delle persone che ho incontrato fino ad ora. Massima disponibilità da parte di tutti!
Vi racconto un aneddoto meraviglioso.
Dopo essere venuto via da Dogubayazit, il tragitto prevedeva una tappa alle rovine di Ani, anticamente una città Armena considerata al pari di Costantinopoli per grandezza, numero di abitanti e magnificenza.
Ebbene, sulla cartina vedo una strada secondaria, presumibilmente sterrata, che mi farebbe tagliare un bel pezzo. Ci provo.
Primo tratto veramente scorrevole di 9km che mi porta ad un piccolo villaggio di agricoltori. Arrivo nel centro del paesino e spengo la moto per chiedere informazioni. Il capetto della situazione, un uomo di una quarantina d'anni, mi chiede di entrare nel suo terreno e lo accontento. Subito si forma un girotondo di bambini intorno a me ed alla moto. E' ovvio, credo di essere il primo occidentale che passa da quelle parti. [...]
Comunque mi lascio trasportare dagli eventi. La strada è percorribile, ma parecchio rovinata mi dice il tipo e poi mi chiede se ho fame, se voglio bere qualcosa. CHAY, un bel tea Turco. SIIII, un bel tea!
La moglie prepara il chay ed i bimbi si spintonano per toccare, guardare, studiare la moto.
Allora li prendo, uno ad uno, casco in testa e li metto sulla moto. Sono tutti al settimo cielo ed anche il big boss vuole la foto con me, con tanto di casco e moto!
Non pago del reportage che peraltro gli dovrò inviare, mi chiede di seguirlo in casa. In casa sua! E quando mai mi ricapita di vedere come vive una famiglia di agricoltori Turchi originali!
Lo seguo e entriamo in questa semplicissima casa con due ambienti. Il primo è una zona Giorno/Notte nel senso che vi sono dei ripiani tutt'intorno dove la notte si dorme, tutti insieme appassionatamente e durante il giorno si trasforma in cucina.
L'altro ambiente è il salotto con i mobili, le fotografie appese alle pareti, gli oggetti più preziosi in bella mostra, quasi come se fosse l'ambiente di rappresentanza dove ricevono gli ospiti, gli amici.
Il reportage fotografico continua ed include la moglie, tutti i figli (3 o 4 non ho ben capito anche perchè ogni tanto ne arriva uno nuovo!) e la vecchia nonna che si è vestita a festa per l'occasione!
Veramente bello e soprattutto tutto autentico, non studiato da un qualche tour operator ad uso e consumo di turisti bramosi di scatti vacanzieri.
Questo è il risultato nel "lasciarsi perdere" anche se non è sempre così!
Per la cronaca, la strada poi c'era. 20km per un'ora di percorrenza! un disastro! Pietre, frane, sali e scendi. Comunque ce l'abbiamo fatta io e motina! Ancora una volta ringrazio mamma Honda che partorì cotanta affidabilità e prestanza racchiusa nel nome di Africa Twin!
Domani parto da Tbilisi per un giro di 1000km in due giorni nello Svaneti. Sarò di ritorno il 19 sera nei pressi di Tbilisi, anzi a dire la verità spero di riuscire ad arrivare a Kazbegi, posto di confine Russo-Georgiano dove dovrei transitare il 20 mattina.
Poi sarà una volata. Cercherò di passare la Russia in un sol fiato. Non mi hanno parlato molto bene della zona che dovrò attraversare e quindi ci vorrei rimanere giusto il tempo necessario a coprire la distanza che mi separa dalla Crimea. Si, Crimea. Passo da sotto circumnavigando quindi il Mar Nero nel vero senso della parola ed entrando in Ucraina attraverso la Crimea appunto, spero già il 21 mattino.
Come avrete notato, ho accelerato il passo. Conto di essere a casa il 26 Agosto, con 12000km abbondanti sulla schiena e non solo metaforicamente!
A presto amici miei!
Usghuli, Upper Svaneti: testimone di un tempo ormai andato
Che esperienza meravigliosa! Posso solo dirvi questo: che esperienza meravigliosa!
Avevo letto qualcosa su questa parte di Georgia, ma non immaginavo fosse così particolarmente affascinante.
Il luogo si trova circondato da vette di 3-4000 mt e sullo sfondo i ghiacciai che scendono dalle pendici del monte Shkhara di 5021 mt (il monte più alto della Georgia), donano un tocco di bianco a questo quadro dipinto col verde, il marrone e tutte le sfumature del grigio. Purtroppo il grigio non era solo il colore delle rocce circostanti, ma anche, ahimè, quello del cielo. Non sono riuscito in due giorni a vedere il cielo terso e questo è stato il motivo per cui mi sono dovuto fermare 2 notti ad Usghuli e non una come preventivato....ed è stata la mia fortuna!
Usghuli, un paesino posizionato tra i 2086 e i 2200mt , dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità, dove 200 persone circa vivono tutto l'anno al contatto con la natura, con ritmi e modalità che noi abbiamo dimenticato da secoli e secoli. Una striscia di terra e roccia di 47 km li tiene in contatto col mondo conosciuto collegandoli a Mestia, la capitale dell'Upper Svaneti e spesso, anzi spessissimo è chiusa a causa di frane e smottamenti o per la tanta neve che qui cade abbondante durante il lungo inverno che arriva ad essere di 6 mesi. [...]
L'altra strada, quella che scende a Lentekhi, quella che peraltro ho percorso io per giungere al villaggio, è uno sterrato di circa 100km che nell'ultimo tratto diventa poco più largo di una mulattiera, percorribile solo con fuoristrada 4x4 o con moto tipo la mia. Se poi fossi stato scarico e con gomme tassellate, mi sarei sicuramente divertito di più o meglio, avrei faticato di meno!
Comunque, ho deciso di passare da Lentekhi e non da Mestia, principalmente per 2 ragioni: la prima è che tagliavo circa 200 km di asfalto, la seconda è che a Tbilisi avevo incontrato un gruppo di 7 bikers Rumeni con moto tipo la mia, i quali mi avevano detto che era percorribile....peccato che loro l'abbiano fatta nel senso inverso, a scendere e con l'asciutto o comunque non con il diluvio!
Già, perchè se tutta la parte bassa del tragitto che si snoda seguendo il percorso di diversi fiumi, era un saliscendi anche piacevole con fondo però estremamente viscido e con mega pozzanghere da guadare, la parte alta, specialmente gli ultimi 23 km che scavalcano un passo a 2700mt, è un tortuoso cammino poco più largo di una mulattiera appunto.
Fattibilissimo in condizioni di asciutto come dicevo, peccato che le cataratte del cielo si siano aperte proprio mentre stavo per iniziare la parte terminale più difficile.
Il sentiero si trasforma in un attimo in un torrente. Le pietre diventano scivolosissime, la moto borbotta perchè siamo a 2700mt ..e l'antipioggia? L'antipioggia....una storia lunga! Purtroppo e ribadisco purtroppo perchè era un regalo di mio figlio Gabriele (pietà Gabry!!) e purtroppo perchè mi sarebbe servito da qui in avanti (eccome se mi sarebbe servito!). Beh purtroppo l'ho perso ormai 15 giorni fa ancor in Turchia. Appoggiato sulla sacca sopra la sella e dimenticato di fissarla!!! Quindi volata via pochi metri dopo la partenza e me ne sono accorto dopo 100km!!! E bravo Maurino!
Torniamo ad Ushguli. Questo agglomerato di pietre sovrapposte mi ha conquistato. Non c‘è nulla. Anche la corrente elettrica va e viene senza una ragione particolare. La maggior parte delle toilette sono all’esterno dell’edificio. L’acqua è corrente nel senso vero e proprio della parola: l’acqua corre all’interno del bagno portata da un tubo che la prende direttamente alla sorgente.
L’acqua calda esiste se la si scalda. I più fortunati hanno uno scaldabagno elettrico, ma la corrente...beh, ve l’ho già detto che c’è e non c’è!
Le viuzze perchè di questo si tratta, non sono assolutamente pavimentate, a meno che non si voglia definire “pavimentazione” uno strato abbastanza omogeneo di escrementi bovini, suini, ovini e perfino equini!
Già! Tutti questi animali sono liberi di girovagare per le vie del paese con il tacito consenso degli abitanti ed in perfetta simbiosi direi.
La prima notte dormo in una guest-house gestita da una copia di signori anziani che ovviamente non parlano inglese. Ci capiamo parlando con l’unico linguaggio universalmente riconosciuto: quello dei gesti!
Cena stra-ultra-grassa ed abbondantissima, rigorosamente cucinata sulla stufa a legna, ma con quello che ho bruciato durante la giornata, non ci sono problemi per la mia linea.
Durante la notte ed il mattino seguente il diluvio! Fulmini, grandine, tuoni e tanta tanta acqua! Le vie sono ormai tutti torrenti! Non mi resta che attendere che smetta….ma smetterà?
Verso la una, una schiarita, un miracolo! Mi vesto, pago, saluto e me ne vado! O almeno ci provo. La mia fuga dura non più di 4 km poi la batosta. La strada è ostruita da due frane. La prima in qualche modo potrebbe essere scavalcata facendo un po’ di attenzione, la seconda impossibile anche il pensarlo! Praticamente è un torrente che attraversa la strada e guadarlo è impensabile anche per un 4x4 visto che ci sono massi ovunque.
Il trattore arriverà solo in fine pomeriggio quindi niente da fare, si torna a casa.
Cambio però ubicazione e mi unisco a tre ragazzi Cechi, una coppia ed un amico, che mi invitano ad unirmi a loro nella loro guest house. Decisamente più accogliente della precedente, è gestita da una signora credo intorno ai 35 anni, madre di 4 adorabili fanciulle di età compresa tra i 5 ed i 14 anni, di un ragazzo di 16 che vive col padre a Tbilisi e dal nuovo boy in arrivo a Settembre.
Ed è proprio qui che viene il bello. La signora in questione manda avanti la baracca da sola. Fa tutto in casa, coadiuvata dalla ragazzina più grande. Impasta la farina e l’acqua e prepara un pane stupefacente. Munge le vacche e la vedo arrivare con i secchi di latte la sera. Lo filtra, aggiunge il siero che determinerà la cagliata per il formaggio fresco del giorno dopo.
Le loro giornate sono scandite da movimenti lenti e precisi, da odori e fragranze e gusti che noi tutti, chi più chi meno abbiamo dimenticato.
Il tempo, ma non come lo conosciamo noi, le condizioni meteo, il susseguirsi delle stagioni, tutti parametri fondamentali per poter vivere in questo posto apparentemente dimenticato da Dio, ma che a mio parere invece Dio ha voluto preservare per riportarci alle origini e non farci dimenticare da dove veniamo e chi siamo veramente.
Si dice che la strada da Mestia, i famosi 47 km di sterrato, verranno probabilmente asfaltati in un prossimo futuro.
Questo vorrà dire sicuramente la fine di questo paradiso temporale. Le guest house decisamente spartane e genuine, si trasformeranno in più sterili e sobri B&B dotati di Internet e bagno in camera. I banchetti di souvenir faranno la loro comparsa e qualche grossa catena d’alberghi comprerà mezzo villaggio trasformandolo in un resort esclusivo per i facoltosi di turno che potranno vantare con orgoglio di essere stati ad Ushguli, una volta (oggi è così) ultimo baluardo a testimonianza di un medioevo ormai lontano.
Con tutto il cuore mi auguro che questo non accada e ancora un grazie sentito a “Dio Pluvio” per avermi permesso di rimanere anche se forzatamente, un giorno in più ed avermi permesso di vivere questa esperienza indimenticabile!
Il ritorno dallo Svaneti e l'attraversamento del confine Russo-Georgiano
ROCCAMBOLESCO E DECISAMENTE AVVENTUROSO!
Lo definirei così il tragitto di ritorno da Ushguli a Mestia prima, e poi il viaggio fino a Kazbegi.
Parto di buon ora dal villaggio dopo aver salutato e ringraziato la gentilissima signora e le sue dolcissime figlie. Durante la notte è ancora piovuto, ma decisamente meno del giorno precedente. Sembra che la strada sia nuovamente percorribile anche perché hanno lavorato diversi mezzi durante tutta la giornata precedente e parte della nottata.
Prima frana, ok. Si passa, ma 10mt dopo se ne è staccata un’altra. Fermo la moto, scendo e comincio a crearmi un varco tra i massi, facendo attenzione che non se ne stacchino degli altri dalla parete. Riesco in qualche modo a passare.
Dopo circa 500mt la cascata del giorno prima si è trasformata in un torrentello da guadare. Le pietre sono state rimosse. Bene!
Per un po’ il tragitto è buono. Qua e là si vedono i segni del mezzo nubifragio abbattutosi il giorno prima. Frane ovunque, smottamenti, il fiume sotto, rigonfio fino a scoppiare, urla nell’infrangersi sulle pareti rocciose della stretta gola ove è costretto, quasi volesse crearsi un nuovo spazio più consono alla sua nuova dimensione.
Incontrerò molti altri passaggi più o meno impegnativi. Le pietre continuano a staccarsi dalle pareti impregnate d’acqua. E’ un vero disastro.
Comunque, in un modo o nell’altro, riesco ad arrivare dopo circa un paio d’ore sotto l’acqua e ad una temperatura di poco sopra lo zero, nei pressi di Mestia. L’asfalto è vicino.
Sono pochi chilometri, 4 forse e poi una striscia di asfalto lucido di 140km mi riporterà a Zugdidi ed in seguito verso la Capitale Tbilisi. [...]
Un gruppo di auto è fermo sul ciglio della strada. Un signore incrocia le braccia davanti al petto: di qui non si passa. Noooo! Lo scoramento è profondo, amplificato dal freddo che penetra nelle ossa, soprattutto adesso che dalla vita in giù, piedi compresi, sono zuppo fradicio. Un fiume di pietre ed acqua si è portato via la strada.
Con moto scarica e gomme tassellate ci si potrebbe anche provare, ma non così. Il viaggio è ancor lungo e non posso rischiare assolutamente di rompere la moto qui perché vorrebbe dire addio all’impresa.
Mi dicono che il trattore sta arrivando. Aspetto. Stavolta sono di parola. La pala meccanica arriva e ridona la speranza ai presenti. Crea una parvenza di strada, ovviamente percorsa ancora dal torrente d’acqua, ma un po’ meno turbolento di prima. Passa un’auto, un’altra, la terza ha qualche tentennamento, ma con uno sforzo ne esce fuori. Noto però che sono tutti 4x4. Io ho solo una ruota motrice per giunta neppure artigliata. Che faccio, aspetto ancora? No, non posso rischiare, devo provarci. Respiro e mi butto...letteralmente.... a bagno fino al ginocchio, sobbalzo, ma ne esco e mi sento un conquistatore d’altri tempi!
E dire che queste sono cose che facciamo abitualmente quando pratichiamo l’enduro. Peccato siano fatte con moto che pesano meno della metà, con coperture adatte all’occasione e con una motivazione completamente diversa. Qui è il contesto che è completamente diverso. Stai facendo un viaggio e ti trovi davanti all’inconveniente. Sei solo e quindi solo anche nel prendere le decisioni, quali esse siano. Non ti puoi confrontare con i compagni di allenamento e non puoi contare nemmeno su di loro nel caso qualcosa andasse storto. Qui devi decidere velocemente calcolando al meglio il rischio che stai per correre e rischiando ovviamente il meno possibile.
Finalmente l’asfalto! Che sollievo!
Un sollievo che dura 75 km....buco! La posteriore. Una bella vite autofilettante nuova di pacca.
Meno male che non piove più….almeno quello. Fermati, tira fuori gli attrezzi, smonta la ruota, togli il copertone dal cerchio, togli la camera, metti quella nuova, rimonta tutto, gonfia con il compressore portatile (appena comprato e rivelatosi ottimo acquisto!) e rimonta la ruota.
Una mezz’oretta, tre quarti d’ora e si riparte. Ci voleva anche questa....
Arrivo in serata, verso le 21 poco prima di Kazbegi, vicino al confine con la Russia e mi fermo in un alberghetto sulla strada.
Tempo di mangiare qualcosa, riordinare le idee e di crollare distrutto in un sonno profondo. Oggi è stata dura. Oltre 600km, ma in che condizioni!
L’indomani sveglia presto, alle 6,30, per poter partire verso le 7,00 e cercare di essere tra i primi in dogana.
L’aria del mattino è decisamente fresca. Siamo in montagna e c’è un altro passo a 2600mt da superare prima di arrivare a Kazbegi e quindi al confine attraverso la storica strada militare Russa.
Pochi km prima del confine, incontro Piotr, ragazzo Polacco anche lui solo ed in moto. Mi fermo, lo saluto e gli chiedo “hai il visto?” Si, risponde lui. Facciamo un pezzo insieme? Va bene mi dice. E meno male!!!! Nessun in dogana parla l’Inglese o qualsiasi altra lingua a me conosciuta e Piotr parla il russo! Evvai! La giornata comincia proprio bene! E i giorni seguenti viaggeremo insieme, io davanti a navigare, lui a ruota e all’occasione traduttore ufficiale!
Ad essere sinceri, nei giorni precedenti si era creata parecchia apprensione dentro di me per tutto ciò che mi era stato detto a proposito di quella parte di territorio Russo che mi toccava attraversare. L’Ossezia del Nord, a differenza di quella del Sud ben più tranquilla, fa comunque parte di quei territori non proprio, per così dire, sicuri. All’ambasciata Russa a Tbilisi mi avevano quasi sconsigliato di entrare in Russia da lì. Il problema è che o entravo di lì oppure non entravo, semplice!
L’altro confine Russo-Georgiano mi è stato tassativamente vietato, non tanto per la parte Russa, quanto per la parte Georgiana. La regione dell’Abchazia infatti è una nazione indipendentista non legalmente riconosciuta dalla Georgia, ma supportata dalla Russia. I soliti casini di questa parte del mondo insomma!
Comunque tutto questo parlare avevano creato dentro di me una tensione enorme, smorzata di molto dal fatto che ad attraversare quel pezzo di mondo, non sarei più stato da solo perché con me ci sarebbe stato Piotr che parla pure il russo!!! E che posso pretendere di più?
Beh, un cosa la vorrei onestamente... un’assicurazione per la moto! La mia carta verde non copre la Russia ed al confine non esiste la possibilità di acquistarla! L’unica modo è arrivare alla città più vicina ed acquistarla in loco.
E dopo un paio d’ore perse in dogana, poche per il tipo di dogana direi, ci rimettiamo in marcia ed arriviamo alla prima città che dista soli 27km dal confine. Cerchiamo un’agenzia assicurativa, ma credetemi, cercare un ago in un pagliaio sarebbe più facile!
Altro momento topico, altra decisione da prendere al volo. Che fare? Perdere una giornata cercando un’agenzia assicurativa o utilizzare quel tempo cercando di attraversare il pezzo di Russia che mi separa dall’Ucraina?
Rischio. Partiamo senza polizza o meglio io senza perché lui è coperto. Potrete immaginare la tensione per il resto della giornata. Ogni volta che vedo una pattuglia della polizia, cosa che mi capita almeno una quarantina di volte, mi si gela il sangue! Ma loro erano sicuramente più interessati alla velocità a cui viaggiavo che ad un fantomatico tagliando assicurativo.
Comunque, l’imperativo è d’obbligo: VIETATO FARSI FERMARE!!!
Quindi allentata la tensione generata dall’Ambasciata Russa e dal sito Viaggiare Sicuri (un po’ troppo allarmisti , ma capisco e condivido!) imparo a gestire l’ansia da possibili controlli. Anche questo fa parte del viaggio comunque!
Tappa in serata per cena e nanna e ripartenza il giorno successivo con arrivo in Ucraina via Crimea verso l’ora di pranzo.
E’ fatta! Nessun controllo, nessuna discussione, nessuna “contrattazione” con l’agente di turno, niente di niente!
E anche questa è andata!
Il rientro a casa
Il rientro verso casa è stato decisamente “smooth”, come dicono gli anglosassoni, tutto liscio.
Notte trascorsa in un paesello sul mare che si chiama Sudak, sorvegliato dall’alto dalle poderose mura di cinta del castello medievale datato 13mo secolo. Strade e stradine invase da turisti Russi ed Ucraini. Agosto è Agosto anche qui! Italiani non se ne vedono….meno male!
Ripartiamo l’indomani, direzione Odessa. Pochi km (troppo pochi!) e la gomma posteriore si affloscia tristemente. Ci fermiamo e ricomincia la tiritera del “tira fuori tutto dalle valigie e smonta la gomma”.
La valvola della camera d’aria che avevo sostituito 3 gg prima, si è miserabilmente strappata! Camera inservibile e così decido di rimettere quella che avevo tolto che nel frattempo avevo rattoppato. Rimonto tutto, faccio per ripartire…..ma nooooo! Si sta sgonfiando…..! DISASTRO!!! Che fare? Rismontare tutto e ripararla o continuare per 20km fermandosi a rigonfiarla ogni tot km e trovare un gommista? Opto per la seconda soluzione. Piotr si incammina verso la cittadina che dista 22 km e cerca un gommista. Io riparto e ogni 5-6 km mi fermo e gli do una gonfiatine con il compressorino portatile.
Per farla breve, la riparazione che avevo fatto in albergo teneva. Peccato che c’era un altro minuscolo forellino che non avevo visto. Altra lezione imparata: provare la camera d’aria prima di riutilizzarla!!!
E intanto è già mezzogiorno. Tempo perso mannaggia! Saltiamo Sebastopoli e procediamo per Odessa.
Anche qui in Ucraina la polizia è appassionata, anzi direi innamorata degli autovelox e soprattutto dai benefici che possono procurare. L’attenzione è massima. Limiti rigorosamente rispettati e dove acceleriamo un po’ di più lo facciamo con il trucchetto del “attaccati al sedere del locale”. Funziona!
Arriviamo ad Odessa che si è fatto già buio ed evitiamo per 10 minuti un nubifragio. Appena arrivati in albergo, si scatena un temporale di violenza inaudita. Meno male che siamo già in camera all’asciutto. Con tutte le ore trascorse in sella, un temporale del genere non lo avrei sopportato.
L’indomani mattina giretto turistico alla scoperta di Odessa. E’ il 24 Agosto, festa dell’Indipendenza dell’Ucraina. Ci sono cerimonie ovunque e la città è agghindata come si deve per celebrare questo giorno.
Un domanda ai lettori: ve la ricordate la celebre scena nel film “IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI”, dove Fantozzi appunto esordisce con “La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!”? Ebbene, la celeberrima e famosa scalinata dove la madre vede la carrozzina con il figlioletto neonato rovinare verso il basso, è proprio qui, ad Odessa! Incredibile ma vero! Esiste!!!
Verso le 12 ripartiamo, direzione Nord e poi a Ovest. Arriviamo verso le 20 alle porte di una cittadina chiamata Ternopil e decidiamo di fermarci qui per la notte. La strada è in pessime condizioni, ci siamo sparati 645 km in 7 ore di sella e domani sarà una lunga, lunghissima giornata.
Già, domani. Domani è il giorno in cui mi separerò dal nuovo amico Piotr poiché lui proseguirà verso Nord Ovest per la Polonia ed io verso Sud Ovest direzione Ungheria.
Una cena frugale, quattro chiacchiere, una rapida occhiata alla moto per vedere che tutto sia in ordine e si va a nanna. [...]
L’indomani mattina, sveglia e partenza all’alba. 360 km mi separano dalla frontiera con l’Ungheria, gli ultimi 360 km di strade piene di buche e con un asfalto veramente in cattivo stato. Poi l’amata e vecchia Europa ad accogliermi. Arrivo in confine verso le 11. Ci metterò un’oretta a passare le due dogane. Tutto ok, come sempre d’altronde. Prima del viaggio pensavo che avrei avuto molti più problemi nell’attraversare le frontiere ed invece tutto è filato liscio come l’olio. Nessun problema, di nessun genere, neanche alla frontiera Georgia – Russia che pensavo essere la più critica, in termini di burocrazia intendo. Ed invece tutte transitate senza dover “ungere” nessuno e soprattutto velocemente. L’essere in moto sicuramente aiuta molto. I doganieri ti chiedono dove vai, più per curiosità personale che per interesse professionale.
Comunque attraverso tutta l’Ungheria fino al confine con l’Austria. Il caldo, soprattutto nelle ore centrali, è torrido, tipo Sud della Turchia. Più di una volta, mi fermo nelle stazioni di servizio che incontro e mi faccio una mezza doccia vestito, con stupore e curiosità dei presenti.
Arrivo a pochissimi km da Tarvisio alle 22. Avrò percorso 1300 km con 14 ore di sella. Sono un po’ stanchino devo ammettere…..!
Ultimo giorno, Domenica 26 Agosto. Parto presto. Pioviggina. Bene, dopo tutto il caldo patito il giorno prima, l’acqua è un sollievo!
Prossima tappa Altavilla Vicentina per salutare gli amici di Energia & Sorrisi, associazione Onlus che unisce la passione delle moto e delle corse, alla beneficenza, consegnando materiale di prima necessità alle popolazioni meno fortunate che incontra nei luoghi di gara, tipo Marocco, Tunisia e Albania.
L’accoglienza è calorosa, come sempre, ma quello che più desta il mio interesse è l’enorme griglia accesa dove due costati interi di maiale stanno cuocendo lentamente sulle braci. Fantastico! Quale miglior benvenuto potevo attendermi se non dell’ottimo cibo accompagnato da fresco prosecco ed amici affettuosi ?!?!?!? FANTASTICO!!!
Riparto nel pomeriggio con arrivo in serata a casina, dove ad attendermi trovo Gabriele, mio figlio e Patrizia, la sua mamma.
Sono letteralmente esausto! I km di ieri soprattutto, cominciano a farsi sentire. A cena, loro mi fanno domande sul viaggio, sulle emozioni provate, ma stento a rispondere talmente sono cotto!
Ed i giorni a seguire sono ancora peggio. Tutta l’adrenalina che mi ha sostenuto per questa ultima settimana, si è esaurita e il mio fisico ha detto stop! Dormirei in continuo.
Questo per ciò che riguarda il fisico. La mente, lo spirito, sono sazi di ciò che hanno visto, delle emozioni che hanno provato in questo mese di cammino in solitaria. Ancora adesso sto metabolizzando il tutto.
Ciò che posso dirvi è che un viaggio del genere ti arricchisce dentro. Ti permette di provare emozioni autentiche, sia positive che negative e tutte quante esaltate dall’essere in solitaria.
La tristezza e lo sconforto che a volte ti prendono all’improvviso e senza una ragione apparente, sono profondi, così profondi da farti dire “ mollo tutto e me ne torno a casa” . E poi succede qualcosa, vedi un posto bello, incontri qualcuno e lo sconforto si tramuta in serenità, la tristezza in gioia e non hai più voglia di tornare a casa. Vorresti solo continuare e andare oltre.
Il segreto è vivere queste emozioni per quello che sono, senza combatterle, senza rifiutarle. Accettarle e viverle. Solo così cresci dentro e vai avanti!
L’esperimento è riuscito, l’obiettivo raggiunto.
Volevo mettermi alla prova, volevo comprendere se ero capace di affrontare un viaggio così impegnativo in solitaria ed uscirne integro e non devastato fisicamente e psicologicamente.
Ebbene vi posso dire che CE L’HO FATTA! Sì, ho compreso che sono in grado di poter affrontare qualcosa di più impegnativo, qualcosa di decisamente più intenso come un giro del mondo in moto in solitaria.
Sto maturando in questi giorni il da farsi. L’impegno è immenso e il budget economico decisamente consistente e necessita il supporto di sponsor economici esterni.
Vedrò il da farsi, anche se in cuor mio ho già deciso. . . . !
Per il momento mi godo ciò che questo viaggio mi ha regalato. Una consapevolezza non nuova peraltro, ma la normale evoluzione maturata in anni di viaggio in giro per il mondo. La forte, fortissima volontà di cambiare la mia vita e di viverla più intensamente e consapevolmente, puntando a raggiungere ciò che per me è diventato l’obiettivo primario della mia esistenza : raggiungere la SERENITA’ !
Ringraziamenti
Beh, qui è facile ! Innanzitutto ringrazio tutti voi, amici lettori, che con i vostri commenti mi avete fatto sorridere, mi avete ridato forza nei momenti di sconforto, mi avete sostenuto e lo avete fatto durante il mese delle vostre vacanze. Senza le vostre parole sarebbe stato tutto molto diverso!
Ringrazio l’amico Lucio Andreetto di ANIMATED WEB che ha caricato le centinaia di foto sul sito, che ha trasformato i miei racconti mettendo in evidenza le parti salienti, che ha permesso a voi di seguire la “motoretta” che si spostava sulla cartina, che ha “pulito” , fortunatamente in poche occasioni, la pagina dei commenti togliendo quelli meno opportuni e soprattutto anonimi, insomma la persona che ha reso possibile questo dialogo con voi.
Ringrazio gli amici del MOTOCLUB ALFIERI di Asti e quelli di ENERGIA & SORRISI per il supporto morale, l’incitamento e la condivisione.
Ringrazio l’amico Amir di SOLO MOTO di Ivrea per il supporto tecnico per la moto e Tony di GIALDINI TECHNICAL EQUIPMENT di Brescia.
Ringrazio l’amico DAVIDE BIGA reduce dal suo giro del mondo e la MWT ADVENTURE DREAM per le ore trascorse ad ascoltare le mie mille domande relative a moto e viaggio.
Ringrazio i miei familiari e le persone a me vicine per aver sopportato la mia lontananza e per avermi spronato ad andare avanti nei momenti difficili, magari con un sms o con un messaggio su facebook.
Ringrazio le tante persone che ho incontrato sul mio cammino perché mi hanno arricchito e hanno permesso, inconsapevolmente, che io facessi un ulteriore step in avanti verso una consapevolezza più profonda.
Insomma ringrazio tutti quanti e vi do appuntamento per un altro viaggio, per un’altra avventura.
Voglio chiudere con un pensiero di Thoreau, una frase che guida ormai la mia vita da quando l’ho scoperta : “Go confidently in the direction of your dreams, live the life you have imagined”
Vai con fiducia nella direzione dei tuoi sogni, vivi la vita che hai immaginato . . .
perchè i sogni si avverano se lo vogliamo veramente . . . !
Montegrosso d’Asti Partenza e arrivo da Montegrosso d’Asti.
Zagreb Zagabria è la capitale della Croazia, città dalla ricca vita sociale e importante centro d’arte e cultura in contatto con le più importarti città europee. [Photo: Wikipedia]
Sofia: Cattedrale La Cattedrale Alexandre Nevski è una delle più grandi del mondo ortodosso. [Photo: Mauro Dagna]
Ephesus: biblioteca di Celso Efeso è stata una delle maggiori città ioniche in Anatolia, un ricco centro commerciale diventato nel 29 a.C. capitale della provincia romana di Asia.
Bodrum L’antica Alicarnasso e poi Petronium, oggi centro turistico molto frequentato dal turismo straniero, dalle crociere marittime, e dalla borghesia di Istanbul. [Photo: Wikipedia]
Geyre Aphrodisias Afrodisia, dal nome della dea Afrodite, è un’antica città dell’Asia Minore (oggi Turchia) vicino al villaggio di Geyre.
Aphrodisias: il tempio di Afrodite Coatruito nel I secolo a.C.. Il recinto sacro (temenos) fu completato nel II secolo sotto Adriano. Il tempio di ordine ionico aveva una facciata di 8 colonne (ottastilo) e 13 colonne sui lati lunghi. [...]
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Vardzia Vardzia è una città rupestre, un monastero scavato su una parete del monte Erusheli. Voluto dalla regina Tamar nel 1185. Il monastero era composta da più di 6.000 stanze nascoste e distribuite su [...]
Gyumri Una delle più antiche località dell’Armenia. Dal 1924, dopo la morte di Lenin, si chiamava Leninakan, e dal 1990, col crollo dell’Unione Sovietica, ha assunto il suo nome attuale di Gyumri.
Amberd Amberd (’fortezza nelle nuvole’ in armeno) è il nome della fortezza che si trova a 2.300 metri d’altezza, sulle pendici del Monte Aragats e vicino alla chiesa di Vahramashen cherisale all’XI [...]
Yerevan Yerevan è uno dei più grandi centri culturali, industriali e scientifici del Caucaso. Essendo il centro più importante della cultura armena, è sede dell’Università Statale di Jerevan [...]
Sevan Il Lago Sevan è il più grande lago dell’Armenia ed uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo. Nell’isola che è vicina alla città di Sevan, sono stati costruiti dei monasteri a partire [...]
Tbilisi Capitale della Georgia, la città natale del dittatore Stalin, che nella sua amata Georgia ha fatto giustiziare 80.000 persone e altre 100.000 le ha fatte deportare nei campi di lavoro.
Ushguli Svaneti Un insieme di quattro piccoli villaggi, ad altezze che variano fra i 2090 e i 2200 metri, ai piedi del monte Shkhara , uno dei più alti del Caucaso, e collocati all’inizio delle gole di Enguri [...]
Svaneti La Svanezia è una zona di alte montagne, profonde valli e foreste di conifere. Lo Svaneti è famoso per i paesaggi montani, i tesori architetturali, le torri medievali, le antiche chiese ortodosse e [...]
Zugdidi Il nome della città significa ’Grande collina’. Vanta diversi edifici importanti e nel museo del Palazzo Dadiani conserva una maschera di morte di Napoleone, ma il tesoro principale di questo [...] [Photo: Wikipedia - George Mel]
Stepantsminda (Kazbegi) Stepantsminda, ex Kazbegi, dal nome del monaco ortodosso Stepan (Stefano) che qui aveva costruito un eremo prima che la strada diventasse militare. E’ il valico di frontiera fra Georgia e Russia [...] [Photo: Wikipedia]
Odessa: scalinata Potemkin La famosa scalinata usata da Eisenstein nel celebre film La Corazzata Potemkin. La scalinata è più larga alla base che in cima e quindi sembra molto più lunga e più alta di quanto non sia in [...] [Photo: Wikipedia]
Ternopil Via del centro. [Photo: Wikipedia]
Budapest Budapest è la più bella città del Danubio; una sapiente auto-messinscena, come Vienna, ma con una robusta sostanza e una vitalità sconosciute alla rivale austriaca. Budapest dà la sensazione [...] [Photo: Wikipedia]
Vienna Il centro storico di Vienna è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. [Photo: Wikipedia]
Altavilla Vicentina Visita agli amici di Energia e Sorrisi.