Giunti a
Marrakech dopo 580 km. ci addentriamo, seguendo il navigatore, nel souk con le moto, non so descrivere la sensazione, una marea di gente attorno, siamo riusciti faticosamente a passare giungendo davanti al Riad dove vediamo Abdou che ci attende, stupito di vederci arrivare li, nella medina con le nostre ingombranti motociclette. Accoglienza bellissima da coloro che mi conoscono, da ritorno a casa.
Quarto giorno - Riposo nella pace e tranquillità del Riad, uscita alla
piazza Jemaa el Fnaa, sempre molto viva ma sottotono rispetto al solito, sarà forse perché si avvicina la
“Fête des mouton”?
Quinto giorno - Partiamo presto preoccupati di arrivare a
Tarfaya, la nostra meta, prima che faccia buio visti i km. da percorrere di strade normali. Autostrada fino ad
Agadir, bellissima, appena costruita, da fare invidia alle nostre vecchie autostrade, poi strada normale, attraversiamo
Tiznit, la citta dell’argento,
Guelmin, la citta degli uomini blu, i
Tuareg, pur essendo molto più diffusi soprattutto in
Mali e
Niger ma anche in
Algeria,
Libia,
Burkina Faso, si vedono facilmente uomini con il classico copricapo ed abbigliamento blu. Dopo raggiungiamo
Tan-Tan dove cominciano intensi controlli di polizia, visto che entriamo nel territorio del
Sahara conteso, sono molto frequenti posti di blocco dove ci chiedono la “fiche de renseignements” che dovrebbe riportare i nostri dati e quelli delle nostre moto. Ne occorrerebbero molteplici copie in modo da lasciarle loro ogni volta evitando di costringerli a registrare sempre tutti i dati, non essendo a conoscenza di questo noi non avevamo provveduto, perciò ad ogni posto di polizia prendevano i nostri documenti, effettuavano la registrazione prima di lasciarci ripartire con importanti perdite di tempo. Si può dire che ad ogni citta di queste postazioni se ne incontravano almeno due a volte tre, “per la nostra sicurezza”, così ci hanno sempre giustificato il disagio creato. Siamo comunque giunti verso le 16.00 a
Tarfaya in pieno pomeriggio, dove abbiamo trovato l’albergo, il peggiore incontrato in tutto il viaggio. Totalizzati 765 km. passati senza problemi abbiamo cominciato ad incontrare i primi lunghi rettilinei apparentemente senza fine.
Sesto giorno - All’alba partiamo in direzione
Dakhla, proseguiamo per un centinaio di km nella nebbia fitta e molto umida che scompare quando raggiungiamo la città di
Laayoune che è oggi la capitale del
Sahara Marocchino, li vicino vi sono i giacimenti di fosfato di
Bou Craa, una miniera a cielo aperto. La produzione è trasportata fino alla città di
El Marsha (vicino Laayoune) nello stabilimento di lavorazione e carico sulle navi che erano attraccate in coda per caricare, attraverso un nastro trasportatore di oltre 100 chilometri. È il più lungo al mondo, lo abbiamo attraversato e fotografato. Proseguendo verso
Dakhla non incontriamo nulla di particolare, deserto, deserto, deserto.... Raggiungiamo nel primo pomer iggio la meta dopo 632 km. rimaniamo incantati trovandoci davanti agli occhi la spettacolare baia di
Dakhla, indescrivibile la sensazione provata, le fotografie scattate non rendono giustizia ai luoghi che credo unici, valgono un viaggio.
Settimo giorno - Pigramente al mattino, visto che era giornata prevista di riposo, prendiamo le moto e decidiamo di esplorare un po i dintorni. Ci avventuriamo su una strada che porta verso il villaggio di
Auserd, dopo aver percorso un centinaio di km ne rimangono 150 per raggiungere questo sperduto luogo. Decidiamo di tornare indietro in quanto il paesaggio non cambia dal giorno precedente, solo deserto sempre uguale. Prima di giungere a
Dakhla prendiamo la direzione di
Nouadhibou, (prima citta oltrefrontiera della Mauritania), ancora una volta il paesaggio non cambia i km sono tanti e monotoni perciò decidiamo di fare dietrofront e torniamo all’hotel. Totale percorsi km. 414, (giornata di riposo).
Ottavo giorno - Riprendiamo la strada del ritorno, decidiamo di non passare per
Es Samara, ci dicono che non ci sono hotel, che per trovare ospitalità