Ani

L'antica città armena di Ani


Nel V secolo Ani era descritta come una fortezza costruita su una collina e appartenente alla dinastia dei Kamsarakan. E' stata la capitale del regno armeno, un regno che occupava la maggior parte dell'attuale Armenia e della Turchia orientale. Era conosciuta come "la città delle 101 chiese" o come "la città delle 40 porte"; potere e ricchezza la resero un importante centro di riferimento e crocevia di nuove rotte commerciali per Bisanzio, la Persia, gli arabi, la Russia e l'Asia centrale.
Le chiese di Ani, le fortificazioni e i palazzi erano fra le strutture più avanzate al mondo, sia per il livello tecnico che artistico. Al suo apice, sotto il regno di Gagik I (989-1020), la città ospitava più di 100 mila persone, e rivaleggiava con Costantinopoli, Bagdad e il Cairo. Poi ci furono divisioni, guerre, saccheggi, periodi di declino e altri di rinascita fino al suo abbandono nel XVIII secolo.

Nel XIX secolo Ani venne riscoperta dai viaggiatori europei, nel 1892 l'archeologo russo Nikolai Marr iniziò i primi scavi, Ani divenne nuovamente famosa, ma ancora segnata dalla guerra, la prima guerra mondiale e dai conflitti che per anni hanno insanguinato tutta la zona. Le rovine di Ani sono state ulteriormente devastate da terremoti, incuria, vandalismo, saccheggi, scavi e restauri condotti da incapaci. Nonostante la lunga e sofferta storia ad Ani è rimasto ancora molto da vedere, ed è un luogo incantato che merita d'essere visitato, e con il dovuto rispetto.

Nella mappa sono segnati in blu l'area di Ani, in bianco i confini della Cittadella e in rosso i confini del Palazzo Reale. Questi confini non sono tragitti percorribili, come invece lo sono i tragitti in giallo.

Le chiese di Ani
La Chiesa degli Apostoli ha un piano terra con quattro absidi disposte a quadrifoglio e quattro cappelle negli angoli. Una struttura usata in Armenia fin dal VII secolo, ci sono però degli elementi decorativi che farebbero risalire l'edificio agli inizi dell' XI secolo. La chiesa ha una porta sul lato nord e una sul lato sud delle absidi. Le porte hanno degli enormi architravi scolpite con foglie d'acanto incorniciate da due file di dentelli, tipiche delle porte di Ani nell' XI secolo. Oggi è rimasto molto poco della parte superiore della chiesa, ma grazie alle scoperte degli scavi del 1909 è possibile una accurata riscostruzione dell'aspetto generale della chiesa, e questo disegno mostra come era probabilmente la facciata orientale.
La Cattedrale di Ani, come molti edifici armeni, è costruita interamente in pietra - un rivestimento in muratura policroma molto ben tagliato e rifinito nasconde un nucleo di calcestruzzo e pietrisco. Il piano ha la forma di una basilica a cupola. Si tratta di una struttura che si trova in Armenia fin dal VII secolo. Tuttavia, il progetto di Trdat (architetto della dinastia Bagratuni) porta questa antica forma a nuovi livelli di raffinatezza e originalità. La perdita della cupola centrale ha dato alla costruzione una forma cubica che in origine non aveva. La cupola crollò in un terremoto nel 1319 e il resto del tamburo si pensa sia crollato durante un altro terremoto nel 1832. Il buco nella parte nord-ovest è stato causato dal terremoto del 1988, nel 1998 parti del tetto avevano cominciato a cadere. Esplosioni di brillamento dalla cava di fronte alla cattedrale nel 2000/2001 hanno causato ulteriori danni e adesso c'è il rischio del crollo completo della facciata ovest.
La Chiesa del Redentore è circolare, con la metà inferiore della parte esterna che è un poligono da 19 lati. Il tamburo, molto alto e largo, è insolitamente non poligonale, ma è un cerchio perfetto, con 12 strette finestre, ed è sovrastato internamente da una cupola semicircolare. La chiesa ha un unico ingresso nella facciata sud, con una porta monumentale rettangolare sormontata da un architrave con sculture pseudo-antiche. L'interno aveva otto absidi, con l'abside dell'altare molto più grande. Ai lati dell'abside dell'altare c'erano delle minuscole cappelle, ricavate nello spessore della parete. Queste cappelle, e l'abside allargata, hanno probabilmente indebolito la struttura e portato al collasso finale della chiesa.
La Cattedrale di Re Gagik, dedicata a San Gregorio (Gagikashem). Il progetto per la chiesa fatto da Trdat consiste di un deambulatorio circolare costruito intorno ad un interno a forma di quadrifoglio (quattro absidi aperte). La struttura non era molto stabile, e nel 1013 dovette essere rinforzata, ma comunque la chiesa crollò poco dopo. Nel XIII secolo sono state costruite delle case attorno e sopra le rovine, utilizzando dei materiali della chiesa caduta. Successivamente le rovine vennero ricoperte di terra, e alla fine del XIX secolo tutto ciò che era visibile erano alcune pareti su un alto cumulo, e la locazione della chiesa venne dimenticata fino agli scavi di Marr nel 1906.
San Gregorio della famiglia degli Abughamir. Lo schema dell'esterno vede dodici lati e si alternano lati con una profonda nicchia e lati con una piccola finestra. Sulla parte superiore della chiesa, le finestre del tamburo cilindrico sono incorniciate da modanature che formano coppie di arcate cieche - un design insolito. Il tetto conico sopra il tamburo ha una forma molto ripida ed è probabilmente il risultato di un restauro successivo, a meno che la chiesa non sia in realtà del secolo XI. La varietà di forme nella facciata (in particolare le estensioni a forma di portale con le loro cornici elaborate) e il gioco di luci e ombre su di loro, danno a questa chiesa un senso di quasi barocco. La forma degli interni non è affatto prevedibile dall' esterno, ed è sorprendentemente spaziosa. La chiesa ha una pianta centrale esagonale con intorno sei absidi di esattamente 3/4 di cerchio. Sopra si erge un tamburo cilindrico che è illuminata da 12 finestre e sormontato da una cupola semicircolare. Le pareti sono piuttosto malconce con una grande quantità di graffiti in armeno, russo e arabo della fine del XIX secolo e inizio del ventesimo.
San Gregorio di Tigran Honents. Dall'esterno il design con cupola rettangolare ricorda la cattedrale - ma su scala più piccola. La pianta interna è diversa ed è simile ad altre chiese del periodo tardo medievale. Si tratta di un tipo a volte classificato come "sala a cupola" - un'unica navata divisa in tre sezioni con una cupola sopra quella centrale. Di fronte alla chiesa si trova un nartece costruito più tardi, ora molto rovinato, era aperto su due lati e incorporava una cappella lungo il suo lato settentrionale. L'interno del nartece e la facciata della chiesa erano coperti di affreschi - una ostentazione in contrasto con l'austerità degli edifici precedenti in Ani, e non particolarmente opportuna data la precaria condizione economica e politica della città nel XIII secolo. Tigran Honentz faceva parte di una delle numerose famiglie di ricchissimi mercanti che avevano accumulato enormi ricchezze attraverso i commerci, e si dichiaravano "baroni". Anche se ricchi, ultimamente non avevano quasi nessun potere politico o militare per mantenere la loro posizione ad Ani.
La Chiesa Georgiana ha una grande struttura rettangolare senza cupola. Internamente aveva unica navata con un'abside semicircolare in fondo. Lungo le pareti interne nei lati nord e sud c'era una galleria di tre campate separate da colonne addossate. Gli archi sopra queste colonne attraversavano la larghezza della navata centrale e sostenevano il tetto. La parete nord della navata è ancora in piedi, come le pareti dell'abside, ma la maggior parte della parete sud era crollata intorno al 1840. La struttura era stata poi consolidata da Nikoli Marr nel 1912. La chiesa è nelle condizioni attuali dai primi anni '60, quando il fotografo turco-armeno Ara Güler la fotografò. Nell'era della chiesa, "georgiano" aveva anche un significato confessionale e designava tutti coloro che in Ani professavano la fede di Calcedonia. Anche se la Chiesa Georgiana controllava questa chiesa, la sua congregazione era in gran parte composta da armeni.
La Cittadella
All'estremità meridionale di Ani il terreno sale fino a formare una collina dalla cima piatta. Questa parte di Ani è conosciuta come la 'Fortezza interna' (Midjnaberd in armeno), o semplicemente come la La Cittadella. Oltre ad avere delle difese naturali per le ripide scogliere su tre lati, la cittadella è stata circondata da una linea di bastioni. Queste mura avevano delle torri a nord, e una porta di accesso all'angolo nord-occidentale. L'ingresso alla Cittadella è stato costruito al tempo dei governanti Sheddadid di Ani (1072-1199), ed è stato unito alle vecchie mura. Sotto l'ingresso sono stati scoperti i tubi di argilla che portavano l'acqua nella cittadella, acqua che proveniva da una sorgente situata a undici chilometri dalla città. La cittadella non aveva alcun approvvigionamento di acqua naturale.
Il Palazzo reale era diviso in due parti da uno stretto corridoio lungo 59 m. (clicca la foto per ingrandirla e vedi punto [b] sullo schema). L'ingresso principale [a] era alla fine occidentale del corridoio. Marr ha scoperto le colonne che affiancavano l'ingresso, e ha trovato lastre di pietra con bassorilievi di animali che decoravano la parte superiore dell'ingresso. Delle porte portavano dal corridoio a un vestibolo [c], che a sua volta portava ad una sala a croce [d]. Fra la sala a croce e il muro nord della Cittadella c'era un piccolo bagno [e]. Il Palazzo aveva anche tre sale per le cerimonie [f,g,h]. La metà meridionale del palazzo è stata solo parzialmente scavata da Marr. Dal corridoio centrale un corridoio più stretto porta ad un ampio salone [i] dal pavimento coperto con lastre di pietra tagliate con cura. A sud-est della sala c'era un cortile aperto [j] e all'estremità orientale di questo cortile c'è la struttura nota come Chiesa del Palazzo [k].

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