Dilili a Parigi

Istituto di Francia.

L’edificio era stato costruito fra il 1662 e 1688 grazie alle enormi ricchezze del cardinale Mazzarino per ospitare il Collège des Quatre-Nations, ovvero gli studenti provenienti da quattro nuove province annesse alla Francia sotto Lugi XIV. In seguito, nel 1805, Napoleone fa collocare qui l’ Institut de France che era stato costituito nel 1795 dal governo francese. Con l’occasione la cappella viene trasformata nella sala destinata alle sedute delle accademie.

(La foto in alto è di Benh Lieu Song)

Mazzarino (1602-1661) non è stato solo un abile manovratore e dominus della politica europea. Nel libro-biografia Mazzarino Stefano Tabacchi indaga sul suo vero ruolo in quella particolare fase della storia francese ed europea rappresentata dalla transizione verso l’assolutismo monarchico.

Mazzarino non era stato neanche lontanamente una debole controfigura del suo predecessore Richelieu, il cardinale era dotato di una spiccata individualità. Il suo modello politico era più romano che francese, appreso negli anni della giovinezza al servizio della Santa Sede. Un modello assolutista, poco capace di comprendere realtà che a Roma non esistevano, portato a valorizzare la mediazione diplomatica e l’esercizio del clientelismo, del tutto alieno da una progettualità di riforma.

Ne emerge la figura di un politico che intese la sua azione come un’arte, una pratica molto raffinata, nel fedele servizio a un sovrano.

Non un politico machiavellico, dunque, ma neanche un teorico, come per molti versi era stato Richelieu, Mazzarino aveva però la straordinaria capacità di interpretare un’epoca ricca di contrasti.
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