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- L'Avana (La Habana)
In realtà allo sciogliersi del giogo spagnolo subentrò una forma di protettorato americano. Tomás Estrada Palma ottenne cittadinanza e residenza statunitensi e fu dapprima avviato ad una carriera diplomatica di successo a Washington per poi essere candidato alle elezioni cubane del 1901; elezioni che Estrada Palma vinse, senza vi fosse alcuna forza di opposizione a contrastarlo e senza nemmeno sentire il bisogno di rientrare nel proprio paese per la campagna elettorale.
Sin qui l'atteggiamento dell'uomo politico poteva essere giustificato da un pragmatico senso di riconoscenza verso il paese, gli Usa, che aiutò Cuba a liberarsi dall'occupazione spagnola, ma nel 1903 Estrada si rese protagonista del famigerato accordo che concedeva in forma perpetua agli Stati Uniti l'utilizzo dei territori e della baia di Guantanamo in cambio di un canone d'affitto di 4.000 dollari annui. Un accordo non risolvibile se non con il consenso di entrambe le parti. Castro, e anche altri prima di lui, tentarono di opporsi agli effetti del trattato dichiarandolo nullo in quanto ottenuto con la coercizione. Dopo Estrada Palma, ancora Estrada Palma, rieletto nel 1906; l'oppozione sempre più violenta a questo stato di cose portò ad un governo di occupazione Usa - caldeggiato dallo stesso Estrada - durato tre anni, fino alla elezione di Charles Magoon, ancora una volta espressione diretta del governo americano.
Fatto curioso, ma più che comprensibile, Cuba non incassò mai - salvo una prima volta - gli assegni americani relativi alla concessione di Guantanamo. Assegni che si sostiene siano a tutt'oggi conservati nei cassetti della scrivania del lider maximo Fidel Castro.