Praga

Praga, in due giorni

Ci si immagina di avere a disposizione tre notti e quindi due giorni a Praga. Che fare? Tanto per cominciare, scegliendo opportunamente gli orari dei voli, le giornate possono diventare quasi tre. La città è stretta intorno al suo nucleo storico, non occorrono grandi spostamenti; la si può percorrere a piedi. Il fiume e il castello offrono costanti punti di riferimento. Difficile perdersi, anche se potrebbe essere piacevole.

In questi suggerimenti, niente metro; solo alcuni tram scelti tra i tanti per la involontaria vocazione turistica dei loro percorsi. In verde il 22, in rosso il 17, in blu il 14. Si sale a bordo con il biglietto (che va obliterato) e può essere pratico optare per un ticket giornaliero o plurigiornaliero. In azzurro, la funicolare che porta alla collina di Petrin; un tratto peraltro brevissimo. Più che altro si tratta di un divertente diversivo, subito dopo (o prima) aver salito la Torre dell'Osservatorio, l'Eiffel di Praga.

Il giorno dell'arrivo: dall'aeroporto al centro città - in taxi - occorre circa mezz'ora e possono bastare 700 corone (circa 30 Euro). La luce migliore è quella del tardo pomeriggio, quando i colori pastello mettono in luce gli scampoli alti delle case. Splendidamente illuminata dal sole - che tramonta ad ovest, dietro la collina di Petrin - è tutta la riva est della Moldava, coi suoi eleganti palazzi; uno via l'altro. Una coerenza architettonica senza soluzione di continuità, almeno sino a Ginger e Fred, eccezione (firmata e celebrata ) che conferma la regola.

Primo giorno: si può cominciare dal quartiere ebraico ( Josefov). Imperdibile il vecchio cimitero, non sembrano poi tante le lapidi raccolte in quel fazzoletto di prato sotto gli alberi, ma è inquietante pensare che (si dice) vi siano sepolte centomila anime. La Sinagoga Klausen e il Ceremonial Hall sono in pratica degli annessi al campo santo mentre la Sinagoga Vecchia Nuova è poco più in la, a qualche decina di metri dalla porticina di uscita del cimitero. Dietro a questa è facile individuare l'elegante viale alberato della Parizska (negozi di lusso, le solite griffes) che porta dritti alla Piazza della Città Vecchia con la Chiesa di San Nicola, l'imponente Santa Maria di Tyn, il prezioso Palazzo Goltz-Kinsky e - sul lato opposto - il municipio e la torre con il famoso Orologio Astronomico. Non è poco, e Stare Mesto, la città vecchia, non è solo questo; meglio girarsela tutto intorno e infilarsi nelle stradine laterali lasciandosi trasportare anche dalla sola curiosità. Vi sono colpi d'occhio a non finire; in ogni dove si trova qualcosa che merita di essere scoperto, a prescindere dagli elenchi must see.

Si torna poi verso il fiume, in direzione del Ponte Carlo; gli artisti che vi si esibiscono e la moltitudine di passanti contribuiscono a creare quell'atmosfera vacanziera che rende piacevole rallentare il passo e fermarsi spesso. Sta di fatto che passato il fiume ci si trova nella Città Piccola (Mala Strana) ma ancora prima di transitare sotto il varco che ne demarca il principio, a catturare l'attenzione è Kampa. Un'isola, più che altro in senso figurato, che dal ponte si presenta più sotto, con un duplice filare di alberelli al centro di una piazzetta sulla quale si affacciano casette dal sapore bohemien. Non si scende, ci si arriverà dopo; si continua invece nella direzione suggerita dal ponte che ci si è lasciati alle spalle, si percorre la Mostecká e si giunge alla chiesa di San Nicola da dove il tirar dritti diventa Nerudova. Si sale così al Castello e insieme all'inevitabile sciame turistico (siamo qui alle massime concentrazioni) lo si percorre sino alla torre Dalibor, passando da Cattedrale di San Vito (la Cattedrale), Basilica di San Giorgio e il vicolo d'oro.

Usciti dal Castello e tornati sulla piazza Hradcanske, si sale a Loreta (Loreto), si passa accanto allo Strahov e si percorre il parco Petrin sino alla Torre dell'Osservatorio. Dai 60 metri di questa Eiffel in scala ridotta, si rivede volentieri il tratto appena percorso e quello che resta da percorrere. Tornati a terra, la funicolare riporta giù quasi in riva al fiume da dove si ritorna verso il Ponte Carlo ritrovando così le atmosfere discrete dell'isola di Kampa e le luci giuste per il neo barocco sulle rive della Moldava. In serata non è male tornare in Stare Mesto (Piazza della Città Vecchia), dato che illuminata e vivace com'è, la variante notturna merita davvero. E merita pure allungare il passo in direzione della prospettiva di Piazza Venceslao; sullo sfondo, geometrico e superbo, il Museo Nazionale by night.

Secondo giorno: con il 22 si sale sino allo Strahov per gustarsi questo microcosmo a vocazione monastica, custode di una sontuosa biblioteca. Percorso un breve tratto in direzione della Hradkanske Namesti ci si ritrova al Loreto, questa volta per entrarci e toccar con mano gli austeri confessionali e arredi in legno, addossati ai muri, sotto i portici del chiostro, ulteriormente impreziosito dai gruppi scultorei delle fontane al centro dei cortili. Una passeggiata lungo i vicoli del Nuovo Mondo e ci si ritrova al Castello per percorrere i giardini meridionali, scendere la rampa pedonale sino alla Malostranska e riprendere il 22 così da tirare il fiato e farsi portare a Piazza Carlo (Karlovo namesti). Da li a Piazza Venceslao il passo è breve e il Museo Nazionale è una tappa d'obbligo. In realtà la Vaclavske, merita un po' di tempo - per un caffè all'Hotel Europa, ad esempio - ed è piacevole attraversarla da parte a parte. Più o meno a metà si riprende il tram, questa volta il 14 per tornare in Piazza Carlo e proseguire con il 22 così da tornare sulla Moldava. In corrispondenza del Teatro Nazionale è meglio scendere perchè la parata dei palazzi che di lì scendono verso sud è spettacolare. Camminando lungo il fiume si arriva così a Ginger e Fred. Attraversato il ponte si torna in su dall'altro lato della Moldava e ci si ritrova a Kampa per l'aperitivo che introduce alla seconda serata a Praga. Tre suggerimenti per la cena: la perle de Prague, chic-elegante, all'ultimo piano di Ginger & Fred. Peklo, ambientato nell'antica cantina dove i monaci hanno conservato il vino sin dal XIV secolo, si trova accanto allo Strahov. Hotel u Prince, informale, all'aperto (tempo permettendo) nella Piazza della Città Vecchia (Stare Mesto), quasi di fronte all'orologio astronomico.

Nel giorno della partenza quel che si riesce a fare dipende in larga misura dal tempo a disposizione: tanto o poco che sia, lo si può dedicare ai nobili spazi verdi di Praga, dei quali peraltro si è visto molto anche nei giorni precedenti. Con il tram 17 si scende a Vysehrad, in corrispondenza del ponte della ferrovia per poi percorrere a piedi un breve camminamento pedonale sin su alla roccaforte e quindi alla basilica di San Pietro e Paolo. Adiacente alla chiesa, il Cimitero Slavin, tutt'intorno un piacevole parco pubblico con una bella veduta su Praga. Tornati sui propri passi si riguadagna il centro città ancora col 17 - stavolta in direzione nord - e poi col 22 sino alla fermata dei Giardini Reali (in pratica dietro il Castello). Se c'è ancora tempo a disposizione, si scende a Mala Strana per vedere - a due passi dalla piazza - il Senato (ovvero Palazzo Wallenstein) e i suoi giardini. Poco lontano, il barocco giardino terrazzato di Vrtba (Vrtbovska Zahrada) con vista sui tetti rossi di Mala Strana, la Città Piccola.

Un'altra curiosa chiave di lettura della città può essere rappresentata dalle location scelte da Brian De Palma per il primo Mission: Impossible. Il Museo Nazionale, nella finzione della pellicola diventa l' Ambasciata Americana. Jon Voight cade nella Moldava dal Ponte Carlo. Vanessa Redgrave fa dell' Hotel Europa (Piazza Venceslao) il suo quartier generale. Mission a parte, Praga si è prestata ad Hollywood anche per altre pellicole: tra quelle più famose: Amadeus e The Bourne Identity.

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