Parque Nacional los Glaciares

Trekking nel Parque Nacional los Glaciares

 Il Parco Nazionale dei Ghiacciai (Parque Nacional Los Glaciares) è stato istituito in Patagonia per preservare un'ampia area di ghiacciai, di bosco andino-patagonico australe e di steppa patagonica. A causa della particolare conformazione geografica, qui i ghiacciai si formano gia a 1.500 metri d'altezza e poi scendono fino a 200 metri sul livello del mare. Il parco é divisibile in due grandi aree caratterizzate da due grandi laghi: il Lago Argentino e il Lago Viedma. Qui vedremo solo la parte settentrionale a partire dal Lago Viedma dove le montagne più famose sono il Fitz Roy (Cerro Chaltén) e il Cerro Torre. Il Lago Viedma prende il nome dall'esploratore spagnolo Antonio de Viedma che lo scoprì nel 1783. Il lago è alimentato dal Ghiacciaio Viedma che si estende per 5 chilometri. L'acqua che esce dal Lago Viedma fluisce poi nel Lago Argentino attraverso il rio La Leona. Dal Lago Viedma si vedono bene il Cerro Fitz Roy e il Cerro Torre.

Il villaggio di El Chaltén, fondato nel 1985 e con solo 300 abitanti, si trova subito sotto al Cerro Chaltén, ed è un punto di partenza per diversi tragitti percorsi dai turisti provenienti da tutto il mondo. Il Fitz Roy (Cerro Chaltén) è alto 3.405 metri, è la cima più elevata della regione e si trova al confine fra Argentina e Cile: il lato argentino sta nel parco nazionale Los Glaciares, mentre il lato cileno sta nel parco nazionale Bernardo O'Higgins. Chaltén nella lingua degli indios Tehuaelches significa "montagna che fuma" a causa delle nuvole che si addensano spesso sulla sua cima e che facevano pensare a un vulcano, nome che avevano usato anche per altre montagne "fumanti". Francisco Perito Moreno ribattezzò il Cerro Chaltén in Fitz Roy nel 1877 in onore del suo amico Robert Fitz Roy, capitano della HMS Beagle, brigantino dove si imbarcò anche Charles Darwin dal 1831 al 1836 in una circumnavigazione del mondo. (Vedi il sito che mostra la parte di viaggio nelle Galapagos). Fitz Roy cerco di risalire il Rio Santa Cruz per arrivare alle Ande, ma dopo 140 miglia di navigazione dovette tornare indietro accontentandosi di una vista da lontano delle montagne innnevate.

Il Pilar Goretta (2.984 m.) è attaccato al Fitz Roy e ne è un punto di accesso. Prende il nome da Goretta Traverso, moglie dell'alpinista Renato Casarotto, che lo supportò nella straordinaria scalata in solitaria al Fitz Roy nel 1979 e in molti anni di spedizioni.

La Aguja Val Biois (ca 2,550 m.) prende il nome dalla valle di Biois nelle Dolomiti italiane, dove vive Bruno De Doná, uno dei primi scalatori di questa punta.

La punta Poincenot (3.002 m.) deve il suo nome all'alpinista francese Jacques Poincenot morto nel 1952 durante una spedizione al Fitz Roy, questa punta è una delle più belle vette del massiccio, una delle più scalate, e ospita un campo base per la scalata al Fitz Roy.

La Aguja de la S (ca 2.335 m) è una delle prime cime usata dai nuovi scalatori per sentirsi in armonia con il luogo, il tempo e la roccia. Deve probabilmente il suo nome ai primi scalatori francesi che nella loro mappa del 1952 l'hanno segnata senza dargli un nome.

La Aguja Mermoz (2.732 m.) è dedicata a Jean Mermoz, un aviatore postale francese ricordato come eroe sia in Francia che in Argentina.

Mermoz era un amante della poesia, della scultura e della letteratura.

Dopo essere stato un eccellete pilota dell'aereonautica francese (Armée de l'air) fece il pilota postale, conobbe Antoine de Saint-Exupéry e per la Compagnie Générale Aéropostale viaggiò fino in Marocco, Senegal e altri paesi africani.

Nel 1926, per un guasto al motore, Mermoz fu costretto ad atterrare nel Sahara. Fu preso in ostaggio dai ribelli Tuareg, e venne rilasciato dopo il pagamento di un riscatto.

Più tardi, insieme ad Antoine de Saint-Exupéry, fu un pioniere delle Aerolíneas Argentinas dove facevano spesso dei voli molto pericolosi.

Affondò in mare durante una traversata atlantica nel 1936 su un aereo guasto che volle comunque pilotare per consegnare la posta in orario. (Nella foto un CAMS 53).

La Aguja Saint-Exupéry (2.558 m) è dedicata all'aviatore e scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry (l'autore del Piccolo Principe, e la parete ovest della aguja ha preso il nome dal titolo del libro).
La Saint-Exupéry non è una punta molto alta rispetto a quelle che gli stanno intorno, ma per la lunghezza delle vie di scalata e per le condizioni climatiche estreme delle Ande Meridionali, gode della stessa reputazione di altre difficili punte della Patagonia.

Antoine de Saint Exupéry fra il 1929 e il 1931 è stato un pioniere dei voli postali in Patagonia, fu il direttore della Aeroposta Argentina e spesso sorvolò questa regione. Qui lo vediamo col suo Laté 25 usato per il primo volo del 1929 da Buenos Aires a Comodoro Rivadavia. (Nella foto Antoine de Saint-Exupéry col suo Laté 25).

Ad un altro aviatore francese è dedicata la Aguja Guillaumet (2.579 m.) una delle più facili da scalare.
Henri Jules Constant Guillaumet è stato anche lui un aviatore pioniere della Aeroposta Argentina.

Ha sorvolato 396 volte la Cordigliera delle Ande, e durante la sua 92esima attraversata, a causa del cattivo tempo, dovette atterrare in modo violento nei pressi della Laguna Diamante.

Si salvò affrontando a piedi un avventuroso viaggio di 7 giorni fra le montagne.

Hai poi lavorato sugli idrovolanti atlantici attraversando 84 volte l'oceano Atlantico Meridionale e 12 volte l'oceano Atlantico Settentrionale.

Nel 1940, durante la guerra, è stato abbattuto col suo quadrimotore Farman da un pilota cacciatore italiano.
(Nella foto l'ereo di Guillaumet).

Dalla Laguna Torre si gode una spettacolare vista sul massiccio Torre che si erge alto in fondo alla valle, e dalla laguna si vede bene anche la catena Adela fino al Cerro Solo e i rispettivi ghiacciai.

Il Cerro Torre (3.128 m,) è una spettacolare cima considerata una delle più difficili al mondo a causa di una parete granitica di circa 900 metri, inoltre per il costante e forte vento la cima è perennemente coperta da una calotta di ghiaccio a forma di fungo, e le condizioni atmosferiche della zona sono sempre sfavorevoli.

Il Cerro Torre venne notato la prima volta dall'esploratore spagnolo Antonio de Viedma. Cento anni dopo Francisco Pascasio "Perito" Moreno lo notò da lontano e lo descrisse come una montagna che sembrava una "Torre", e il nome rimase anche in seguito alla spedizione ufficiale di Kölliker del 1915-1919.

Il Cerro Torre è stato scalato per la prima volta da Cesare Maestri nel 1970 che però non salì sul fungo di ghiaccio che non considerava parte della montagna.

Il Cerro Adela prende il nome dalla mamma di Alfredo Kölliker, capo della spedizione svizzero-argentina che nel 1915-1919 esplorò per prima in dettaglio la zona del massiccio del Chaltén.

La Aguja Rafael Juárez è stata così ribattezzata nel 1974 dai primi scalatori in memoria di un giovane alpinista di Cordoba (Argentina). Rafael sparì nel ghiacciaio Adela insieme ad un altro argentino, probabilmente caduti in un crepaccio nel 1974.

La Torre Egger (2.850 m.) deve il suo nome a Toni Egger, di Bolzano, morto durante una scalata al Cerro Torre nel 1959. Nel 1976 l'americano Jim Donini, dopo una scalata molto difficoltosa, depose sulla Torre Egger un moschettone appartenuto a Toni Egger.

La Punta Herron (2.750 m.) è una cima secondaria della Torre Egger. Prende il nome dal neozelandese Philip Herron, morto nel 1976 durante una spedizione per scalare la Torre Egger. Era il membro più giovane della spedizione e uno dei migliori scalatori tecnici.

La Aguja Standhardt (2.700 m) prende il nome dal tedesco Ernst Standhardt,
guida alpina e fotografo, che visse in Patagonia dagli anni '30 fino a metà degli anni '60 e fece le prime fotografie di queste montagne.

Aveva percorso tutta la Patagonia con un camioncino Ford T dove nel cassone aveva costruito la sua abitazione che diventava all'occorrenza una camera oscura, e si e guadagnava da viveve fotografando le persone.

In un insolito periodo di acqua bassa Standhardt era riuscito a guidare il camioncino attraverso il Rio de las Vueltas, il Rio Fitz Roy e di nuovo il rio de Las Vueltas per raggiungere la Estancia Madsen dove lavorò come caposquadra di Andreas Madsen (al quale è stato dedicato un cerro) e morì in tarda età. Coerentemente con la precisione con cui aveva sempre lavorato, morì lo stesso giorno in cui era nato.

Il Cerro Solo (2.221 m.) si trova vicinissimo al villaggio di El Chaltén da dove si vede molto bene il suo ripido versante ghiacciato; è uno dei più "facili" da scalare nella zona, e offre una magnifica vista sul Fitz Roy e il Cerro Torre.


Il nome Cerro Doblado venne scelto nel 1916 dalla spedizione della Sociedad Científíca Alemana guidata da Alfredo Kölliker. Nel 1938 una spedizione di trentini dopo la prima ascensione volle rinominarlo in Cerro Trento, ma poi il nome originale rimase. Padre Alberto Maria De Agostini (Pollone, 1883- Torino, 1960), è stato sacerdote, scrittore, geografo, fotografo, esploratore e alpinista.
Fu docente al Liceo Salesiano di San Josè dove alternava l'insegnamento alle esplorazioni, svolgendo anche funzioni pastorali nelle zone visitate.

Fra il 1930 e il 1936 De Agostini ha esplorato più volte le aree intorno al Fitz Roy. Nell'estate 1931-32 è salito sul Cerro Eléctrico in compagnia di Mario Derriard, Nel 1935-36 con due guide di Cervinia sale per la prima volta sul Cerro Loma Blanca e fa la prima ricognizione del gruppo Marconi e della Gorra Blanca.

In quegli anni De Agostini pubblica articoli, scatta fotografie, gira documentari e compila la prima guida turistica della Patagonia. Con le sue foto documenta le montagne della Patagonia e immortala la vita delle ultime tribù locali estinte a causa della colonizzazione dell'uomo bianco e inutilmente difese da De Agostini.

A suo ricordo nella zona del Cerro Torre e del Fitz Roy troviamo due Camping De Agostini, e col nome Pollone (il paese natale del De Agostini) sono stati battezzati un cerro, un ghiacciaio, una aguja, una laguna e un fiume. Anche la Piedra del Fraile (roccia del frate) si riferisce a lui. Il Governo cileno invece, grato alla straordinaria figura del missionario salesiano, conosciuto anche come "Padre Patagonia", gli ha intitolato uno dei suoi maggiori Parchi nazionali.

De Agostini è stato probabilmente il più importante esploratore di quelle regioni estreme, con un lavoro fondamentale, completo, preciso da un punto di vista storico, geomorfologico, naturalistico, ed etnografico, ha fatto conoscere la Patagonia al mondo intero.

Un video con le foto scattate durante un trekking nella parte nord del Parque Nacional Los Glaciares.


Il Parque Nacional Los Glaciares presenta uno scenario di montagne, laghi, boschi e una buona parte delle Ande sotto la neve e il ghiaccio. Il suo nome fa riferimento alla gran quantità di ghiacciai, la più grande estensione di ghiaccio continentale dopo l’Antartica. Il parco comprende 47 grandi ghiacciai e 200 più piccoli. Lo schema qui sotto ne mostra solo alcuni nella parte nord del grande parco (Clicca la foto per una versione più grande).

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