Beirut

Beirut. Saint George Hotel.

Ancor più dell’Holiday Inn, il Saint George Hotel ha rappresentato il clou della mondanità della capitale libanese. Lusso, ospiti di riguardo (Elizabeth Taylor, Richard Burton) e grandeur parigina. Avviato negli anni ’30 e ferito a morte dalla guerra civile degli anni ’70 e ’80, oggi l’edificio è ancora a suo modo al centro di un’altro conflitto tra gli interessi immobiliaristici di Solidere - il costruttore che a Beirut ha anche dato il nome al distretto fronte mare in corrispondenza della odieran Zaytouna bay - e un’opposizione che vorrebbe invece affidare il recupero dello stabile alla proprietario storico Fady Al-Khoury dicendo stop alle spietate ragioni del business. Da notare come Solidere sia stata fondata nel 1994 dall’allora premier Rafik Hariri, un miliardario che perse la vita nel 2005 in un attentato combinato proprio a pochi metri dall’hotel. La disputa Al-Khoury VS Solidere non ha impedito il sorgere dell’adiacente Marina che ha fatto venir meno l’accesso esclusivo al mare un tempo prorogativa del Saint George; i colossi sorti di recente hanno peraltro oscurato il sorgere del sole che - sostiene la proprietà - arriva a mostrarsi solo in tarda mattinata. La guerra di carte bollate è tutt’ora in corso e Al-Khoury sembra non voler arrendersi e del suo Saint George Hotel dice icona della capitale, è stato testimone della guerra che lo ha distrutto; piuttosto lo regalo, ma non lo cederò mai a Solidere.
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