Il Grande Gioco

Chah-Mihrab-Khan.

Pottinger, nella traduzione del suo libro dal francese all’italiano fatta da Decio Ziliani nel 1819, scrive questa nota sul capo Chah-Mihrab-Khan:
Dopo che ebbi posto piede a terra a Benpur, mandai la mia lettera a Mihrab-Khan. Alcuni minuti dopo vidi arrivare zoppicando un vecchio di sessant’anni, grassissimo. Otto uomini lo precedevano, e senza questo corteggio io non l’avrei riconosciuto per un capo; tanto egli era miseramente vestito, infatti egli aveva una camicia bianca comune; pantaloni di tela di cotone turchino e sopra la sua testa una piccola berretta. Ma ciò che richiamò tosto l’ attenzione de’ miei occhi, e delle mie orecchie , fu una canna d’acciajo lucido che egli teneva in mano, lunga circa quattro piedi, grossa circa quattro pollici, e coperta d’annelli dello stesso metallo, tenuti incessantemente in moto, ciò che produceva un tintinnio acuto e continuo. Quand’egli s’avvicinò conobbi che la sua infermità lo forzava a far uso della canna per sostenersi, indipendentemente dal piacere ch’egli mostrava di sentire nel far quel rumore agitandone gli anelli, perchè anche nel parlare li agitava da un’estremità all’altra.

Del libro Voyages Dans Le Beloutchistan Et Le Sindhy si trovano alcune edizioni anche su Amazon, sono delle riproduzioni del 1923 del testo originale di Pottinger del 1816, con delle imperfezioni dovute alla scannerizzazione di pagine molto vecchie e un po’ rovinate.
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