Parigi cosmopolita

11 - Dal parco Belleville al Géode, la Parigi cosmopolita

Canal Saint-Martin (10°) - La Villette (19°) - Buttes-Chaumont (19°) - Belleville (20°)
Partendo a volo d’uccello dalla fine di rue des Envierges, sull’alta terrazza del parco Belleville, sopra la Maison de l’Air, volate sopra i ristoranti cinesi da quattro piani, i giardini della città e un grande lavagna su cui Ben ha scritto che non dovremmo avere fiducia nelle parole. Prossima fermata, il Canal Saint-Martin, dove una chiatta blu passa attraverso un blocco verde -- un lungo processo... Sul canale dell’Ourcq una barca a remi gareggia con un kayak, e un van ricoperto di graffiti le supera entrambe dalla banchina. Attraversa il Cent Quatre, rue d’Aubervilliers, per una nuova avventura culturale. Prossima fermata, una piantagione di 3.000 mq di bambù, circondata da prati -- sei nel Parc de Villette. Zig-zagate attraverso il Jardin des Voltiges poi il Jardin des Vents e des Dunes e, troverete i mulini a vento a pedali, banderuole meteo, aquiloni ... prima di raggiungere un enorme palla che riflette le nuvole - la Géode! Una odissea spaziale su schermo gigante!

Le 104 Cent Quatre. Al civico 104 di rue d’Aubervilliers, dove prima c’era il Servizio Municipale di Pompe Funebri della città di Parigi, adesso c’è un grande spazio da 39.000 mq creato per ospitare artisti di tutto il mondo per la creazione di tutte le forme d’arte contemporanea, musica, danza, teatro, video, pittura, fotografia, moda, design, cinema e letteratura.

La Villette. Un mucchio di cose sono successe da quando qui hanno smesso di affettare pancetta. Nel XIX secolo il comune di La Villette è stato un centro industriale, nel 1867 ci avevano costruito un mercato del bestiame con grandi macelli, nel 1974 sono stati chiusi, e nel 1980 riconvertiti in centro culturale, simbolo del rinnovamento della zona Est di Parigi.

Parc de la Villette. Si può giocare a palla, leggere o danzare al ritmo di percussioni negli ampi prati del parco attraversato dal Canal de l’Ourcq, parco punteggiato da rossi padiglioni, da sorprendenti giardini tematici, e attrezzature techno. Nella bella stagione, ospita concerti, film e pic-nic all’aria aperta. Distribuiti nei quattro angoli del perimetro: la Grande Halle, la ex Bourse aux Cuirs ora Théâtre Paris-Villette, la sala concerti Zénith, un centro ippico, il tendone del Cabaret Sauvage, un grande scivolo a forma di dragone e altro ancora.

Cité des sciences et de l’Industrie la Villette. Dietro alla sua facciata dia acciaio e vetro, questo gigante futuristico circondato dall’acqua, offre una moltitudine di attività che fanno diventare la scienza e la tecnologia divertenti e accessibili. Conferenze, acquario, cinema 3-D, Cités des Enfants, des Métiers, de la Santé, mostre, biblioteca, media diversi, planetario, laboratori ... difficile sperimentare tutto in una sola visita!

Belleville. In principio c’erano delle sorgenti, e quindi i nomi delle strade, rue de la Mare (stagno), rue des Rigoles (rivoli), e poi il vinello dolce ed economico dalle viti piquette. Nel 1730, le Grand-Rue del villaggio (rues de Belleville e du Faubourg-du-Temple) sono state pavimentate e si è cominciato a far baldoria all’ombra degli alberi. Poi ristorantini casalinghi economici, sale da ballo popolari, un carnevale che si concludeva sempre con una stravagante parata fin giù al Courtille. Nel XIX secolo persone di modesti mezzi riempivano le fabbriche, povertà e movimenti operai andavano mano nella mano. Gli armeni arrivarono qui nel 1918, i greci nel 1920, gli ebrei tedeschi nel 1933, gli spagnoli nel 1939, algerini e tunisini nel 1960, africani e asiatici nel 1980. In ’Babelville', l’intero mondo si mescolava.

Canal Saint-Martin. Si estende per oltre 4,5 km di cui due sono sotterranei, collega dal 1825 il Port de l’Arsenal al canale La Villette. Corre attraverso aree popolari, punteggiato di chiuse, ponti mobili, passerelle pedonali alla veneziana, fiancheggiato da castagni e piazze, ha ispirato Georges Simenon, Léo Malet e Marcel Carné per il film Hôtel du Nord (titolo italiano Albergo Nord) del 1938.

Bacino della Villette e canale de l’Ourcq. Fino al declino industriale di La Villette, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il legno, il carbone, il foraggio, e lo zucchero transitavano lungo le sue banchine. Oggi, sono il luogo dei cinema, dei giocatori di bocce, accoglienti bar, rive dove godersi l’aria fresca e il sciabordio delle acque, luogo di pescatori, chiatte-teatro, un centro di sport acquatici ricavato da un deposito del XIX secolo. In sottofondo le grida dei gabbiani e il fischietto di un arbitro.

Ménilmontant. Di tutte le frazioni di Belleville questa è la più famosa, con il suo ruspante vino e le sale da ballo delle guingette che hanno ospitato Piaf, Chevalier, Trenet e altri. Le vecchie canzoni si possono ancora sentire nelle sue avvolgenti strade mescolate con melodie contemporanee: bar informali, apéros, gypsy jazz e discussioni filosofiche alla caffetteria, bazar variopinti, bancarelle tropicali, graffiti artistici e trompe-l’oeil all’angolo di rue des Cascades o su rue de l’Ermitage, piccole case sgangherate e le cittadelle rosse dagli alloggio economici costruiti nel 1920.

Quartiere Jourdain. Conosciuto anche come Haut-Belleville, la zona intorno alla Chiesa Saint-Jean-Baptiste costruita in stile gotico nel 1859, e la pâtisserie vecchia quasi come la chiesa, in rue du Jourdain, offre piatti tipici di Parigi e tranquille passeggiate attraverso cortili nascosti e officine di artisti che si aprono su giardini fioriti.

Parc des Buttes-Chaumont. Nel 1860 le buttes (collinette) del ’Mont Chauve’ venivano ancora devastate per estrarre il gesso facendolo saltare in cave aperte. Sette anni più tardi, su ordine di Napoleon III, è stato inaugurato il più ripido e pittoresco dei parchi paesaggistici. E’ stato svolto un lavoro titanico con la dinamite per costruire terrazze e rimodellare il paesaggio, creando cascate, un lago, una grotta con finte stalattiti, un’isola di roccia di 30 metri di altezza, coronata dalla fantasia con un tempietto delle Sibille. Da qui si godono meravigliose viste verso l’orizzonte o verso il basso sui cigni neri da balletto e le gallinelle d’acqua.

Quartier de la Mouzaïa. Zona residenziale operaia costruita tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. A scendere giù per la collina ci sono una ventina di stradine pedonali affiancate da deliziose villa, altre stradine, disposte a forma di stella da rue Mouzaïa e rue Michel-Hidalgo. I mattoni rossi dominano e ogni casa ha un suo proprio carattere: qui una facciata rosa, là delle piastrelle gialle, persiane a forma di cuore, recinti ordinati e giardini selvaggi.

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