La preparazione del caffè in Etiopia segue un rituale antico e preciso, e necessita di tempo e apertura alle sensazioni. Serve un fornello a carbone, una padella bucherellata per la tostatura del caffè, una gebenà, ovvero un'anfora di coccio dal collo allungato e stretto, delle fingiàn, ovvero delle tazzine senza manico, zenzero grattugiato, zucchero e incenso. Sacerdotessa della cerimonia è in genere una donna che prepara il caffè in uno spazio di terra ben visibile da chi vuole apprezzare il rituale che consiste in: accensione del fuoco dove viene messo un po' di incenso, il caffè viene tostato in una padella dove viene continuamente rimescolata e da dove comincia a diffondere un gradevole profumo, si mette sul fuoco il gebenà con acqua e zucchero, si polverizza il caffè in un mortaio di pietra da dove emana un buon che si mescola con quello dell'incenso, quando l'acqua bolle si aggiunge prima un po' di zenzero e poi la polvere di caffè, si alza forte il profumo del caffè speziato che viene versato nei fingiàn e filtrato da un piccolo tappo di stoppa sul beccuccio del gebenà. Tempo totale? mezz'ora abbondante; agli antipodi del nostro espresso (comunque buono).
© Pippo Mettone -
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